Marzo Covid, marzo in Covid, marzo 2021 nel segno del Covid che ne contagia tra 25 e 30 mila al giorno e si spera (ma non si scommette) si fermi a quota 30 mila. Marzo in Covid con più di tremila persone in terapia intensiva, ed è un numero insostenibile se diventa standard (la soglia d’allarme è, anzi era a 2300). Marzo in Covid con ricoverati nei normali reparti Covid che crescono da giorni al ritmo di centinaia al giorno. Marzo in Covid ed è Marzo 2021, pensavamo che Marzo 2020 fosse irripetibile.
Tremila e più in Terapia intensiva, quindi vite al chiuso
Da stamane più di due terzi della popolazione italiana è chiamata a vivere in Rosso, il colore epidemico della Regione dove risiede. Vivere in Rosso vuol dire per prima e fondamentale cosa vivere senza scuola, con le scuole chiuse. Quindi bambini e ragazzi a casa e qualcuno di mamma e papà con loro se sono piccoli o appena pre adolescenti. Non vuol dire solo Dad (inaccessibile a un terzo degli scolari e alunni). Vuol dire mamma e papà che lavorano da casa o non lavorano, vuol dire un ritmo e un’organizzazione della quotidiana vita familiare stravolti, talvolta travolti, comunque compressi e affaticati.
No scuola, no bar, ristoranti e negozi
Vivere in Rosso vuol dire che, oltre alla scuola, sono chiusi la gran parte dei negozi. Aperti gli alimentari e aperte le farmacie e aperti negozi e attività di immediata necessità. Ma il resto chiuso. E chiusi, se non per l’asporto, anche bar e ristoranti. Una limitazione decisamente minore rispetto a quella della scuola chiusa (anche se non manca una corrente di azione e pensiero che individua nell’aperitivo, apericena o pizza o sushi, non solo il clou della giornata ma anche il senso delle giornate).
No parenti e amici. Con l’eccezione del week-end di Pasqua
Vivere in Rosso significa anche da oggi fino a Pasqua non dover andare a casa di amici e parenti, non dover andare a trovarli. Non dovere, no non potere. Potere si può, nessuno controllerà il rispetto del divieto. Ma andare a trovare non di deve, andando in giro e andando a trovare si incontra e si porta in giro il contagio. La visite quindi sono vietate ma non è proibizionismo, è prescrizione medica. Amici e parenti li si potrà andare a trovare o accogliere in casa (in numero limitato) nel week-end di Pasqua. Poi si spera e si conta terza ondata sia in calo e livello delle vaccinazioni sia in decisa salita.
Mezzo milione al giorno, ieri 180 mila
Draghi e Figliuolo e Speranza han detto chiaro che l’unica per la salute, la vita e l’economia è vaccinare. Hanno detto: mezzo milione di vaccinazioni al giorno! a ieri il ritmo acquisito era inferiore alle duecentomila. Mezzo milione al giorno, ogni giorno fino a settembre: vasto programma.
Il picco tra sette giorni? A che quota?
C’è chi con competenza ha calcolato che il picco di questa ondata (ondata varianti?) lo si raggiungerà tra circa sette giorni. Dunque a quota 35 mila contagi giornalieri o a quota 40 mila? Dall’altezza del picco dipende ovviamente la velocità della discesa. Dopo un anno di studi e calcoli ipotesi fondata è quella per cui una ondata (o qualunque nome si voglia dare alla fase di contagio) si sviluppa e cresce per circa 40 giorni. Se vuoi contrastarla con misure di contenimento e quindi di limitazione di contatti sociali, questo va fatto entro i primi 17 giorni dell’ondata.
Dopo non è che non serva a nulla, ma chiudere alla fine o quasi dei 40 giorni significa inseguire e non raggiungere mai l’ondata epidemica. Che è esattamente quel che facciamo noi e che stiamo ripetendo. Non chiudiamo nelle prime due settimane dell’ondata perché non ce lo possiamo permettere economicamente, perché tanta gente non ci sta e perché magari hai visto mai stavolta ci dice meglio e la sfanghiamo…Quindi l’unica, davvero l’unica e sola è vaccinarsi, individualmente e collettivamente.