Mascherine, qual è il prezzo giusto? (Ansa)
ROMA – Il Commissario “distribuisce gratis le mascherine gratis a sanità, Pubblica amministrazione, forze dell’ordine e servizi essenziali, da lunedì anche ai trasporti pubblici locali e alle Rsa pubbliche e private.
Ma non le distribuisce gratis ai cittadini”.
Il Commissario Arcuri, in audizione alla Camera, prova a fare un po’ di chiarezza sulla questione mascherine: quante sono, se a prezzo calmierato, le aziende rinunciano alla vendita perché ci rimettono.
Come il Gruppo Crai della grande distribuzione che oggi ha annunciato lo stop alla vendita perché il prezzo è troppo basso.
Il Commissario giustamente deve ricordare “la speculazione vergognosa” di un prodotto il cui costo di produzione, ha calcolato, è di 5 centesimi.
Ma se l’obiettivo è l’autonomia produttiva a livello nazionale, è difficile rassicurare sul fatto che “l’obiettivo di calmierare il prezzo non è ostile all’obiettivo di attrezzare una filiera italiana“.
A occhio, obiettivi che corrispondono a interessi contrastanti, senza l’incentivo del profitto occorrono altre forme di ristoro.
“Stiamo ragionando che per le mascherine in magazzino le aziende non abbiano a rimetterci, pensando a forme di ristoro se hanno comprato a un prezzo più alto (prima del prezzo calmierato, ndr).
Da domani però non potranno comprare a un prezzo più alto, altrimenti avranno a rimetterci”.
“Da lunedì (4 maggio, inizio fase 2, ndr) se serviranno possiamo distribuire 12 milioni di mascherine al giorno, da giugno 18 milioni, da agosto 24 milioni al giorno.
Le distribuiamo gratis a sanità, Pubblica amministrazione, forze dell’ordine e servizi essenziali, da lunedì anche ai trasporti pubblici locali e alle Rsa pubbliche e private.
Ma il commissario non distribuisce mascherine ai cittadini, deve metterli in condizione di comprarle a un prezzo più conveniente possibile, di qui il prezzo calmierato a 0,50 centesimi.
La gente dice che non ha mascherine?
Io più che darle alle categorie indicate e alle farmacie non posso fare” ha sottolineato Arcuri.
“L’obiettivo del prezzo calmierato delle mascherine è annientare una speculazione vergognosa, con il prezzo a 0,50 un genitore va in farmacia e con un euro compra due mascherine.
Ho chiesto sanzioni per chi nonostante la norma tenta di vendere a un prezzo più alto.
Io vorrei leggere una norma in cui queste speculazioni vengono non solo annullate, ma sanzionate. Io ho potere di confiscare e lo sto facendo”.
“Durante i primi giorni della crisi il prezzo delle mascherine, di 8 centesimi prima dell’emergenza, era arrivato almeno a 5 euro.
Non esisteva una produzione nazionale di beni considerati marginali e diventati di consumo primario” ha detto Arcuri alle Commissioni Finanze e Attività produttive della Camera.
“Il prezzo calmierato a 0,50 centesimi? Ci sono gli strepiti dei pochi danneggiati e io silenzio dei tanti cittadini avvantaggiati, ma che non hanno voce mediatica al contrario dei primi” ha aggiunto.
“Il costo di produzione della mascherina è di 5 centesimi secondo le nostre analisi, capite qual era lo spazio di profitto, bisognava limitarlo, tanto più che le aziende non erano tutte italiane. Le aziende ora ce le danno a 38 centesimi”.
Il Gruppo Crai non le vende? “Questa azienda, che ricavo dalla sua domanda che abbia un’altra ragione sociale, non ha fatto un contratto con il commissario straordinario, non deve rivolgere a me la domanda”.
Così il commissario Domenico Arcuri alludendo al Gruppo Crai che ha annunciato di ritirare dalla vendita le mascherine chirurgiche perché il prezzo calmierato di 0,50 centesimi è inferiore a quello di acquisto da parte dell’azienda.
Per le mascherine abbiamo fissato un prezzo massimo di vendita, non di acquisto”. (fonte Ansa)