
ROMA – Seconda puntata della querelle tra il quotidiano Il Fatto e il direttore generale Rai Mauro Masi. Stavolta a parlare è Susanna Smit, che ha 35 anni ed è la ex compagna del dg. Lei è la protagonista della vicenda della villa ad Anacapri e racconta al giornale quanto fosse “bella e costosa” quella casa.
La vicenda riguarda proprio quella casa per cui, secondo la ricostruzione dopo la rinuncia dell’acquisto, il proprietario della villa (Umberto Mattone) si sarebbe impegnato a restituire al direttore generale metà della penale. Intanto la Rai aveva deciso, però, fa notare il quotidiano, di produrre una fiction sulla vita di Umberto Mattone.
La Smit ha firmato il 19 dicembre 2009 il preliminare di acquisto della villa da 2,3 milioni. Per lei la casa “era il regalo di nozze. Eravamo dopo il 24 giugno e la festa del Vittoriano organizzata da Mauro per me. Lui aveva annunciato a tutti che mi avrebbe sposato”. Poi aggiunge “Masi l’ho lasciato io. Una donna non si compra con una casa. La villa però era molto bella. Era bellissima. C’è un panorama pazzesco. Sono cresciuta in quella casa, Umberto Mattone era mio amico di infanzia. Lo adoro. Era grande, ma andava ristrutturata e costava tantissimo. Quanto costava la ristrutturazione? Non lo so. Ho un rapporto strano con il denaro”.
“È la casa di un mio amico di infanzia (Umberto Mattone, ndr). La vendeva e l’ho solo visitata, un anno e mezzo fa perché con Mauro Masi avevamo pensato di prendere una casa a Capri”.
L’agenzia chiedeva 2,6 milioni di euro , fa notare il Fatto. La Smit risponde: “È una casa da ristrutturare. Si poteva dividere in due appartamenti ma poi si è visto che era una cosa che non si poteva fare”.
Poi si lamenta e dice che è “l’unica persona a rimetterci. Mio fratello Anthony, un tecnico subacqueo, da un anno e mezzo non lavora (era stato assunto su raccomandazione di Masi al circolo Salaria di Anemone, ndr). Io pure non lavoro da un secolo. È allucinante. Per agevolare gli amici mi rovinano”.
“Io pensavo di lasciarla così. Comunque, appena si è visto che la ristrutturazione era grande, non l’ha presa. Forse i soldi Mauro li avrebbe chiesti a quelli del Fatto, (ride, ndr). Un dirigente che guadagna così tanto può permettersi una rata di mutuo elevata. Ma doveva anticipare subito un milione di euro più la ristrutturazione. E infatti i soldi non c’erano. È stata solo una presa per il culo per me. ….Mauro ha lavorato alla Banca d’Italia, alla Siae, alla Presidenza del Consiglio, e quindi si poteva permettere una casa così”, conclude.
