Massimo Giuseppe Bossetti, lettera a Matrix: “Chiedo i domiciliari”

Massimo Giuseppe Bossetti, lettera a Matrix: “Chiedo i domiciliari”

BERGAMO – Un processo equo, e i domiciliari dopo 8 mesi di carcere. Massimo Bossetti scrive una lettera alla redazione di Matrix. “Sto vivendo in un incubo. Chiedo il diritto ad avere un processo equo e di poter stare ai domiciliari come qualsiasi cittadino di cui ancora non è stata provata la colpevolezza”.

E ancora: “Io dal carcere vi vedo in televisione, ma non posso difendermi. La mia famiglia è stata colpita, eppure non sono ancora stato rinviato a giudizio. Sono qui dentro da 8 mesi. Chiedo il diritto ad avere un processo equo e di poter stare ai domiciliari come qualsiasi cittadino di cui ancora non è stata provata la colpevolezza. L’incubo che sto vivendo potrebbe viverlo chiunque”.

Massimo Bossetti prosegue: “Subisco senza nemmeno ancora poter conoscere tutti i documenti raccolti contro di me – scrive il muratore -. Subisco la forza dell’accusa che mi vuole a tutti i costi colpevole. Siccome il mio processo lo sto vedendo in televisione e non in tribunale, vi chiedo di dare il risalto a questa mia richiesta di scarcerazione (che sarà depositata venerdì) e difendere il mio diritto ad avere un processo equo e poter stare a casa ai domiciliari come qualsiasi altro cittadino di cui non è stata provata ancora la colpevolezza”.

 

Yara Gambirasio
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La zona del ritrovamento
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Le ricerche
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Indumenti di Yara mostrati da Sky
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Elisa D'Alto