GENOVA – Matteo Biggi ha ucciso Matteo Biggi perché credeva che stesse arrivando la fine del mondo. Il giovane portuale di Genova ha ucciso il suo omonimo e coetaneo con una coltellata nella palestra della compagnia Unica, perché in preda al delirio. E’ quanto sostenuto dal suo avvocato Silvio Romanelli, che racconta: “Credeva che il mondo finisse il 31 dicembre, era convinto che la profezia dei Maya si sarebbe avverata“.
I segni di squilibrio erano talmente evidenti che nei giorni precedenti i genitori avevano fissato per lui una serie di visite specialistiche. I genitori erano convinti che i deliri di Matteo fossero dovuti a un violento colpo alla testa subito durante un incontro di boxe francese il mese scorso.
Perde così forma il movente finora più accreditato, quello passionale: il delitto, raccontavano mercoledì mattina i giornali, sarebbe stato frutto della gelosia di Biggi, il killer, nei confronti della sorella Virginia Biggi. Una foto di Virginia abbracciata a Matteo, quello ucciso, e pubblicata sul profilo Facebook della ragazza potrebbe infatti essere alla base del delirio che ha innescato l’omicidio.
Ma il padre di Matteo e la sorella si sono entrambi recati in questura ed entrambi hanno respinto l’ipotesi di una relazione tra la giovane e la vittima o che questo potesse essere alla base dell’omicidio. “Conoscevo Matteo ed ero sua amica su Facebook – ha spiegato la giovane – ma tra noi c’era solo una conoscenza superficiale e nessun legame. C’eravamo visti qualche volta con alcuni amici in Comune”.