FIRENZE – Matteo Gorelli è stato condannato a 20 anni di carcere per l’omicidio di Antonio Santarelli e il tentato omicidio del suo collega Domenico Marino. Santarelli era di pattuglia ad un posto di blocco insieme a Marino nelle vicinanze di un rave party a Sorano nel giorno di Pasquetta del 2011. Gorelli, insieme ad altri 3 ragazzi minorenni, li picchiarono brutalmente. Il carabiniere morì dopo un anno di coma, mentre il suo collega ha subito gravi lesioni.
La condanna della Cassazione a 20 anni di carcere conferma per Gorelli quella ricevuta dalla sentenza di Appello, che ha ridotto la pena all’ergastolo inflitta in primo grado. Per lui, finora ospite della comunità Exodus, potrebbero aprirsi ora le porte del carcere.
La Cassazione il 29 aprile ha respinto il ricorso presentato dalla difesa di Gorelli contro la condanna pronunciata dalla corte d’appello di Firenze nel settembre del 2013. Gorelli, che era accusato di omicidio volontario e tentato omicidio, era l’unico maggiorenne del gruppo di amici. L’aggressione avvenne nelle vicinanze di un rave party, a Sorano, in provincia di Grosseto.
Gorelli aggredì i due carabinieri che lo avevano fermato a un posto di blocco, colpendoli con un pezzo di legno. L’appuntato Antonio Santarelli morìun anno dopo per i colpi ricevuti dopo un lungo ricovero in ospedale, il collega Domenico Marino rimase gravemente ferito.
“Era un risultato atteso: le maglie del ricorso strettissime e 20 anni, di fronte a una confessione, era uno dei risultati sperabili”,
ha commentato l’avvocato Luca Tafi riferendosi alla riforma della condanna all’ergastolo pronunciata in primo grado. La vicenda dell’aggressione e della morte dell’appuntato Santarelli ha avuto anche un seguito singolare: la vedova del militare morto dopo un anno di coma, Claudia Francardi, e la mamma del giovane condannato per per omicidio, Irene Sisi, sono diventate amiche e hanno fondato insieme un’associazione, “AmiCainoAbele”, che ha tra i suoi obiettivi spiegare l’importanza del perdono.