Istituto tecnico commerciale (ragioneria)
Soluzione: Tra le diverse cause che hanno portato all’attuale crisi mondiale, vi è da segnalare, indubbiamente, la crescita economica dei primi anni ‘90 sostenuta e basata sull’indebitamento eccessivo sia dei cittadini che degli Stati, ha alimentato speculazioni di vario tipo che vanno da quelle immobiliari fino a quelle puramente finanziarie. Quest’ultima è inoltre stata sviluppata dalla creazione di nuovi derivati finanziari che, uniti a gravi mancanze di tipo etico diffuse tra gli operatori e nell’intera collettività, hanno contribuito a diffondere una serie di pratiche e di idee fortemente pericolose. Sebbene il numero di elementi considerati nell’analisi è piuttosto elevato oltre che vario non è da trascurare l’effetto negativo generato dalla interconnessione dei mercati finanziari di oggi che sembrano premiare l’assunzione dei rischi piuttosto che la loro riduzione. Si sono manifestati chiari problemi di governo dell’impresa ed incentivi distorti in molte aree dei servizi finanziari: strategie e pratiche remunerative dirette più agli utili di breve periodo che alla costruzione di una solida posizione a medio termine. I doveri di diligenza degli investitori sono stati insufficienti ed acritico è stato l’utilizzo delle valutazioni delle agenzie di rating. Il sistema di sorveglianza si è dimostrato chiaramente inadeguato in alcuni Paesi. La scintilla iniziale si è alimentata provocando quella rapida perdita di fiducia e di liquidità nei mercati finanziari cui abbiamo assistito nell’arco degli ultimi anni.Tra i principali effetti dovuti alla crisi attuale vi è senza dubbio la contrazione del credito alle imprese da parte delle banche, tali imprese vedendosi “chiudere i rubinetti” dalle banche si son trovate in una situazione di grossa difficoltà a livello di liquidità, tale da non poter effettuare gli investimenti previsti e in alcuni casi, non poter dar luogo nemmeno ai normali cicli produttivi; finendo col chiudere, o nei casi previsti dalla legge accedere agli istituti previsti dal legislatore, per tutelare l’occupazione e la salvaguardia del patrimonio produttivo. Altro effetto è la riduzione dei consumi dei cittadini, i quali impauriti dal catastrofico scenario mondiale, in cui ogni giorno, si avevano notizie di fallimenti di grossi gruppi industriali e/o bancari (vedi Lemanh Brothers), hanno deciso di ridurre i consumi. Ma tali consumi si sono ridotti anche contro la volontà degli stessi operatori del mercato, perché a seguito dei continui fallimenti d’imprese, della messa in mobilità dei lavoratori o l’accesso alla Cassa Integrazione, il reddito è notevolmente diminuito, con effetti catastrofici sulla domanda e quindi sulla crescita delle imprese. Le imprese industriali, cioè quelle imprese che svolgono l’intero processo produttivo, che va dall’acquisto della materia prima, la sua trasformazione attraverso i mezzi della produzione, fino alla sua vendita sul mercato di sbocco; sono quelle che maggiormente hanno risentito di tale crisi. Il maggior impatto di tale crisi sulla situazione finanziaria di tali imprese è dovuto allo scarso grado di liquidità, dovuto sia alla diminuzione dei ricavi sia all’allungamento del ciclo monetario, infatti si sono allungati i tempi di pagamento commerciali. A fronte di una debole domanda di finanziamenti per gli investimenti è aumentato il ricorso a operazioni di ristrutturazione e di consolidamento del debito. È tornata ad aumentare la leva finanziaria. Le banche hanno adottato comportamenti più selettivi nei confronti delle imprese più rischiose. Tra i principali interventi, che un impresa industriale può effettuare per fronteggiare la crisi sono senza dubbio la possibilità di contrarre i margini, contenere i costi soprattutto della manodopera, rinvio degli investimenti, diversificazione dei mercati e miglioramento della qualità dei prodotti. Ad esempio un impresa, potrà cercare di riposizionarsi sul mercato, abbandonando le vecchie logiche obsolete in cui era abituata ad operare, cercando un innovazione nei modi e nei tempi della produzione e investendo in ricerca e sviluppo, in modo da riuscire ad avere un ciclo produttivo e un prodotto con un maggior appeal sul mercato che sia in grado di ottenere un vantaggio competitivo sulla concorrenza e poterlo conservare nonostante il difficile periodo di crisi.
Pedagogia (Liceo socio-psico-pedagogico)
Soluzione: Viviamo in quella che si è soliti definire la civiltà dell’informazione e il computer è il mezzo che rende possibile la circolazione in tempo reale e la fruizione capillare delle informazioni. L’epoca dei computer non solo è cominciata, ma è già in uno stadio avanzato. Non c’è attività pubblica o privata nella quale non sia realizzato, o almeno progettato, l’uso di macchine adatte a renderla più sicura e spedita. Non sono solo i calcoli lunghi e complessi che vengono affidati al computer, ma ogni tipo di operazione che implichi la registrazione di dati e la ricerca di analogie o di rapporti tra i dati stessi. Così, mentre le banche e gli uffici amministrativi, piccoli o grandi, trovano nei computer uno strumento eccellente per l’esattezza e la rapidità dei loro conteggi, le altre attività trovano nel computer la disponibilità dei dati utili che vi sono stati registrati e che possono essere a ogni momento utilizzati per decisioni, orientamenti o controlli. 11 computer è non solo una memoria perfetta di informazioni opportune, ma anche un mezzo per rilevare somiglianze, analogie e rapporti di qualsiasi genere fra gli elementi nuovi e apparentemente estranei che l’esperienza offre, e quelli di cui esso contiene la registrazione. Può servire cosi ad avviare ricerche o addirittura costruire sintesi tra elementi nuovi di progettazioni e scoperte. È utilissimo quindi in tutti i campi della scienza, nei quali può mettere in luce nuovi rapporti tra fenomeni diversi. Nella medicina, ad esempio, può consentire di risalire, da una coincidenza di sintomi apparentemente indipendenti, alla causa di una malattia o al nascosto decorso di essa. Perfino nella creazione letteraria ed artistica, il computer può essere utilizzato per la ricerca dei temi e degli argomenti ricorrenti e per la ricerca di nuovi sviluppi e combinazioni tra essi. Non desta quindi meraviglia l’ammirazione fanatica che i computer provocano in tante persone, ammirazione talora non disgiunta da un timore reverenziale per la loro potenza. La ristrutturazione dell’organizzazione del lavoro di un ufficio mediante nuovi sistemi computerizzati produce spesso un certo scompiglio fra le persone che vi sono addette. Ognuno teme che il proprio lavoro possa apparire debole e incerto o addirittura inutile o anche si preoccupa di non saper utilizzare il computer a fondo e di sfruttarne tutte le capacità. Tuttavia, con l’uso costante e continuo di esso, questo disagio tende a sparire e il computer si conferma un amico fedele che è di valido aiuto nel lavoro. Quest’amico, però, non può essere considerato onnipotente e creatore. La supervalutazione dei computer, la prospettiva di un prossimo futuro in cui essi siano i soli a pensare e a dirigere, con gli uomini che si riducono soltanto a eseguire e obbedire, è una delle forme che la tendenza all’utopia assume nella società contemporanea, ma che non ha un fondamento più saldo degli altri sogni. In realtà, i limiti del computer sono i limiti stessi dell’uomo. Le informazioni che il computer possiede sono quelle che l’uomo stesso gli ha dato, le sue capacità di ordinare secondo schemi e rapporti determinati sono quelle che l’uomo gli ha imposto nel costruirlo. Certo, le informazioni affidate al computer richiederebbero la prodigiosa memoria di molte persone o registrazioni interminabili. Una moltiplicazione all’infinito delle possibilità del computer di circolazione delle informazioni si è avuta negli ultimi anni con l’interconnessione in rete dei computer Internet è la parola “magica” che schiude possibilità impensabili fino a pochi anni fa: consultare testi, visitare musei, lavorare, concludere affari, tenere conferenze, acquistare beni e servizi, tutto questo è possibile “on line”, stando a casa propria e comunicando in pratica con il mondo intero. Aziende private, uffici amministrativi, ministeri, banche, scuole in numero crescente sono in “rete”: le loro attività ne sono enormemente agevolate ed anche i singoli cittadini possono meglio accedere ai loro servizi. Così il computer diventa effettivamente una finestra che, grazie ad Internet, viene aperta sul mondo. È una rivoluzione nel modo di produrre e di comunicare degli uomini, nel loro stesso modo di essere e di pensare, che per la vastità dei suoi effetti non ha equivalenti nel passato se non nella rivoluzione industriale.