ROMA – Torna la mediazione obbligatoria nelle cause civili, giĆ bocciata dalla Corte Costituzionale nell’ottobre 2012 e ora riproposta in una versione rivista e corretta. Torna per liti condominiali, finanziarie, banche, ereditĆ , ma non incidenti stradali o assicurazioni auto.
La mediazione ĆØ un incontro tra le parti coinvolte in una causa civile per cercare un accordo ed evitare il lungo e costoso iter in tribunale. Il primo incontro sarĆ obbligatorio e gratuito: se non si troverĆ un accordo le parti possono procedere in tribunale. Ecco le maggiori novitĆ spiegate dal Corriere della Sera e sintetizzate da uno schema di Italia Oggi:
Importante dunque, capire quali siano le novitĆ di maggior rilievo di questa nuova mediazione. A cominciare proprio dal tema dellāobbligatorietĆ . In realtĆ non ĆØ più obbligatorio, tecnicamente, svolgere un tentativo di conciliazione: i litiganti devono solo partecipare a un primo incontro con il mediatore, per verificare preliminarmente se ci sono le condizioni per una soluzione mediata. In caso positivo, la mediazione prosegue subito, o in un successivo incontro. In caso negativo, il mediatore rilascia immediatamente il verbale di mancato accordo, che consente alle parti di fare la causa in tribunale senza il rischio di sanzioni di alcun tipo. Altra novitĆ , il primo incontro con il mediatore ĆØ gratuito. CosƬ facendo, il legislatore conta che molte più persone attiveranno la mediazione, e altrettante accetteranno il primo incontro: non rischiano nulla e hanno la speranza di risparmiarsi anni di battaglie giudiziarie.
Per esempio: 125 euro per parte, per una lite di valore fino a 5000 euro; 700 a testa, per liti di valore tra 50 e 250 mila. Stavolta, dettaglio non secondario, per le mediazioni obbligatorie ĆØ necessaria la presenza degli avvocati. Ć però dubbio che la presenza dellāavvocato sia obbligatoria nelle mediazioni volontarie, a detta di diversi operatori. Cresce anche il potere del giudice nella nuova mediazione: se prima poteva spingersi a invitare le parti alla mediazione, oggi può persino ordinarla. E se i litiganti non si attivano, il processo si ferma. Lāordine di tentare la mediazione, non ovviamente di trovare un accordo, riguarda tutte le cause pendenti, anche in appello. Uno strumento formidabile per aggredire, finalmente, quella sorta di debito pubblico della giustizia italiana, che supera i 5,4 milioni di processi civili pendenti

