La posizione dei medici è chiara: la qualità non è garantita, i prezzi sono spesso al di sotto dei costi di produzione. Non va sottovalutato il messaggio sotteso che viene fatto passare: presentando online costi risibili per i trattamenti si induce l’opinione pubblica a pensare che qualcuno, cioè i medici, lucrino sulle prestazioni. Le cliniche, gli studi dei dentisti, le stesse aziende sanitarie con i ticket, verrebbero additati come i luoghi dove si sfruttano le malattie e i disagi delle persone, avendo, come confronto, i prezzi offerti da Groupon, che definire concorrenziali è poco. Secondo l’Ordine “gli operatori sanitari che collaborano con Groupon agiscono scorrettamente con grave rischio per la salute dei consumatori”. Consulenze dermatologiche, psicologiche, psichiatriche, visite cardiologiche o ginecologiche: il campionario è enorme.
Groupon si difende: noi rispettiamo la legge. In realtà l’accusa a Groupon riguarda un po’ tutti gli ambiti merceologici. Nel caso dei medici, va segnalata e considerata la preoccupazione per la salute di tutti. Certo è che non andrebbe nemmeno sottovalutata la possibilità di accedere a prestazioni sanitarie a prezzi più contenuti. D’altra parte, agli operatori e i medici accusati di agire scorrettamente chi ha fornito le credenziali per operare? In questo caso l’Ordine non può scaricare la responsabilità a Groupon. Controlli e verifiche spettano solo al sito? E poi, per una sbiancatura dei denti occorrono davvero 450 euro?