ROMA – Un cocktail di farmaci e poi la cremazione: così le prove non ci sono. “E’ l’omicidio perfetto“, dice l’infermiera killer Laura Taroni nelle intercettazioni con l’amante medico e perfino con il figlio. La sua passione insana per i farmaci l’aveva portata a inquietanti confidenze con il figlio maggiore, un bambino di appena 11 anni.
Laura Taroni, 40 anni, e Leonardo Cazzaniga, 60, sono accusati di aver ucciso 5 persone tra pazienti dell’ospedale di Saronno dove lavoravano e il marito e la madre di lei. Scrive Repubblica:
“Ma l’omicidio deve essere una cosa per cui non ti scoprono, se ti scoprono e vai in galera perdi anche la casa. L’omicidio perfetto è l’omicidio farmacologico…”.”Se cremi il corpo non possono trovare nessuna prova”. Pianificava, sempre col figlio, l’assassinio della nonna Maria: “Che però non vuole essere cremata, e quindi da lì possono tirar fuori un sacco di cose… non abbiamo neanche più i maiali….”.
La cremazione, dunque. Secondo l’accusa è il “trucco” usato dalla coppia per evitare che da una eventuale autopsia si potesse capire la causa della morte. A luglio 2015 i due decidono così di far cremare il marito di lei, morto ufficialmente di diabete nel 2013, e la mamma di lei, che per inciso si opponeva alla relazione della figlia col medico.
Le vittime dell’anestesista. Il primo è Angelo Lauria, 69 anni, malato di tumore, mandato in cielo con una dose di Propofol cinque volte superiore al normale. Poi Giuseppe Pancrazio Vergani, 71 anni, parkinson: una dose di morfina dieci volte oltre il consentito. Morfina anche per Luigia Lattuada, 77 anni, anche lei malata di tumore, e Antonino Isgrò, 93 anni, ricoverato al pronto soccorso con un femore rotto e uscito cadavere. Se stavi male, Cazzaniga e Taroni ti facevano stare peggio. Fino a ucciderti. Cosi è andata anche per il marito di lei. Lei che a un certo punto si preoccupa. E confida a una collega che con l’amante simulano addirittura un interrogatorio. Taroni: “Solo che io in quel caso dirò “scusi eh… ma secondo lei non c’entra niente il fatto che un mese e mezzo dopo sia caduto così, involontariamente nel vascone? Ci abbiamo incendiato la stalla” (si riferiscono allo zio). Cazzaniga, intercettato, ricorda all’amante di aver “stilato il certificato di morte” della madre: la signora Maria Clerici. Eliminarla senza cremarla sarebbe stato un prolema. “Perché (nell’azienda agricola, ndr), non abbiamo più i maiali… E l’umido – dice Taroni al figlio – passa solo una volta a settimana…”.