ASCOLI PICENO – Non ci sono ancora né un movente né degli indagati per la morte di Carmela Melania Rea, ma è concentrata in particolare su tre uomini, appartenenti a tre ambiti diversi l’attenzione dei carabinieri che indagano sull’omicidio della giovane donna scomparsa sul Colle San Marco di Ascoli Piceno il 18 aprile scorso e trovata uccisa a coltellate due giorni dopo nei boschi di Ripe di Civitella (Teramo). Sono il marito della donna Salvatore Parolisi, che ha dato l’allarme, un suo amico, agente di custodia, che ha partecipato alla prima fase delle ricerche, e un conoscente della coppia.
Ambiti diversi ma che comunque ruotavano intorno a Melania, la quale – ormai è certo – non aveva una ”doppia vita”. Nessuno di loro sarebbe iscritto nel registro degli indagati delle Procure di Ascoli Piceno e Teramo che coordinano l’inchiesta per sequestro di persona e omicidio volontario. Ma secondo gli investigatori tutti e tre avrebbero qualcosa da dire in piu’ rispetto a quanto hanno già dichiarato a magistrati e carabinieri. Per questo sono stati risentiti più volte. Ufficiali dei carabinieri di Ascoli sono in queste ore in trasferta in Campania in cerca di riscontri sulle dichiarazioni di Parolisi dopo la scomparsa della moglie, sulla sua ricostruzione del quadro familiare e dei rapporti interpersonali: un quadro corretto, a quanto pare, qualche volta di troppo e con alcuni ritardi nel parlare di cose importanti. Come la relazione extraconiugale (finita un anno e mezzo fa) con una delle reclute femminili da lui addestrate al Rav Piceno. O come un momento di intimità vissuto con Melania proprio nel Bosco delle Casermette una decina di giorni prima della scomparsa di lei.
Ammissioni che i carabinieri sono riusciti a tirare fuori faticosamente, solo dopo che ne avevano parlato altri testimoni. E che, specie nel secondo caso, sembrano quasi prefigurare una giustificazione per l’eventuale ritrovamento di tracce biologiche di Parolisi nella pineta. L’attenzione degli investigatori si concentra anche su un amico del caporalmaggiore, un agente di custodia che lo ha aiutato a cercare la moglie il 18 aprile. In quell’occasione i carabinieri avrebbero notato nell’uomo comportamenti che hanno destato qualche dubbio. E’ in direzione della frazione di Colle, dove l’agente vive, appena sotto il pianoro di Colle San Marco, che i cani molecolari ieri hanno intercettato qualche traccia di Melania, tanto che sono stati effettuati prelievi che verranno analizzati dai Ris di Roma.
La terza persona è un amico di famiglia, residente a Folignano, che recentemente avrebbe manifestato qualche attenzione di troppo nei confronti di Melania. Intanto si lavora per individuare con esattezza se Melania è stata uccisa nel luogo in cui è stata trovata, oppure è stata portata lì morente o già morta. Troppo poco il sangue trovato nella pineta, troppo poco il sangue rimasto nella salma. Secondo gli inquirenti l’aggressione potrebbe essere cominciata altrove, con un copioso spargimento di sangue. La morte dovrebbe essere ricompresa in un arco di tempo che va da poco dopo la sparizione a circa 20 ore prima del ritrovamento.