TERAMO – Il Gip di Teramo, Giovanni Cirino, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Salvatore Parolisi, ritenendolo l’assassino della moglie, Melania Rea, scomparsa il 18 aprile a Folignano (Ascoli Piceno) e ritrovata morta il 20 aprile nel bosco delle Casermette di Ripe di Civitella del Tronto (Teramo).
Il Gip ha accolto la richiesta della Procura di Teramo che ne chiedeva l’arresto per omicidio aggravato dal grado di parentela e dalla crudelta’ e concorso in vilipendio di cadavere.
Anche la magistratura teramana, cosi’ come quella di Ascoli Piceno, ritiene il caporalmaggiore responsabile dell’omicidio della giovane madre di Somma Vesuviana (Napoli). L’ordinanza del Gip Giovanni Cirino si compone di circa 200 pagine, quasi il doppio rispetto a quella del suo collega di Ascoli Piceno, che il 18 luglio scorso aveva ordinato l’arresto di Parolisi e che nella stessa ordinanza si era dichiarato incompetente per territorio in quanto l’omicidio e’ avvenuto in provincia di Teramo.
Il falso alibi e la deturpazione del cadavere sarebbero i punti cardine dell’ordinanza del Gip di Teramo, Giovanni Cirillo, che ha disposto l’arresto di Salvatore Perolisi. Il caporalmaggiore – secondo indiscrezioni sull’ordinanza – avrebbe ‘sbagliato’ dal primo momento volendo far credere di cercare la moglie scomparsa. Ha messo su un alibi non credibile: a Colle San Marco non c’era mai stato con Melania e l’ha cercata troppo tardi, se e’ vero che il suo telefonino era spento mentre la moglie ”scompariva”. Inoltre, Cirillo non parla di vilipendio, ma di deturpazione del cadavere. Un tentativo macabro e goffo per far pensare a un’altra mano.
Secondo quanto si e’ appreso il Gip ha accolto anche un’ aggravante in piu’ rilevata dalla Procura: oltre a quella del grado di parentela e della crudelta’, verrebbe mossa quella di aver ”profittato di circostanze di tempo, di luogo o di persona, tali da ostacolare la pubblica o privata difesa”.
Ovvero Melania e’ stata uccisa mentre era accovacciata a terra, in posizione in cui era difficile potersi difendere. Attualmente Parolisi – che si dichiara innocente – e’ recluso nel carcere ”Castrogno” di Teramo dove e’ stato trasferito il 30 luglio scorso.