Melania Rea, contro Parolisi indizi “gravi e attendibili”. Motivazioni sentenza

Melania Rea, uccisa nel 2011

ROMA – Indizi gravi, consistenti, attendibili e resistenti alle obiezioni. Tutti indizi che secondo la Corte di Appello che ha condannato Salvatore Parolisi per l’omicidio della moglie Melania Rea convogliano in un’unica direzione: quella della colpevolezza del militare.

Sono state depositate le motivazioni della condanna a 30 anni di carcere inflitta in Appello di Parolisi. E i giudici sembrano avere idee chiare:

“Gravi sono gli indizi consistenti, cioè resistenti alle obiezioni, e quindi attendibili e convincenti”. 

“Nel caso in esame – spiega la Corte – la regola di giudizio va necessariamente posta in relazione con l’indubbio carattere indiziario del compendio probatorio raccolto nel giudizio di primo grado”.     

Nelle motivazioni, riferendosi ancora agli indizi, si rileva che “precisi sono quelli non generici e non suscettibili di diversa interpretazione altrettanto o più verosimile e, perciò non equivoci; concordanti sono quelli che non contrastano tra loro e più ancora con altri dati o elementi certi”. 

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Emiliano Condò