Melania Rea, la difesa di Parolisi cerca il telefonista: fece scoprire il corpo

Salvatore Parolisi

PESCARA – Gli avvocati di Salvatore Parolisi cercano una voce. La voce della persona che ha telefonato ai carabinieri per avvertirli di aver trovato un corpo, quello di Melania Rea. Dopo 3 anni nessuno ha ancora capito a chi appartenesse quella voce, soprattutto se sapesse qualcosa dell’omicidio.

“Molto difficile ma necessaria – per l’avvocato Nicodemo Gentile, difensore di Salvatore Parolisi, condannato a 30 anni per l’omicidio della moglie Melania Rea – la ricerca a tappeto della voce che appartiene al telefonista, colui che ha fatto ritrovare il corpo di Melania Rea due giorni dopo la sua scomparsa”.

“Non ci rivolgiamo più all’omertoso telefonista – ha detto il legale – ma alla popolazione di quei piccoli luoghi dove la voce si riconosce facilmente. Vorremmo segnalazioni e sensibilizzare le persone. Qualcuno sa chi è questo telefonista perché è una persona ben radicata al territorio. La si potrebbe riconoscere dall’accento”.

“Gli inquirenti hanno effettuato solo dodici comparazioni. Scoprire chi è il telefonista – ha aggiunto – è fondamentale perché oltre che per omicidio, Salvatore Parolisi è stato condannato per deturpamento successivo alla morte. Se si tratta della stessa persona che ha acceso il telefonino di Melania la mattina e che nel pomeriggio ha chiamato i carabinieri questo scagionerebbe dalla seconda accusa Parolisi, che la mattina del 20 aprile 2011 era sicuramente a casa”. “Salvatore Parolisi è molto determinato e crede ancora nella giustizia – ha concluso l’avvocato – è un processo che sotto il profilo tecnico non sta in piedi. Ci sono grossi buchi nell’ indagine e dal questo punto di vista, il telefonista ne è l’emblema”.

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Elisa D'Alto