ASCOLI PICENO – Un film lungo un’ora ricostruito pazientemente minuto per minuto, in due mesi di indagini. Fotogrammi reali – le istantanee scattate con il telefonino da alcuni studenti dell’Itcg che giocavano a pallone -, e testimonianze a voce di una trentina di persone ascoltate dagli investigatori, hanno consentito alla procura di Ascoli Piceno di escludere che Melania Rea sia mai stata sul pianoro di Colle San Marco con il marito Salvatore Parolisi e la figlioletta Vittoria, fra le 14.20 e le 15.30 circa del 18 aprile, quando Parolisi darà l’allarme denunciando la presunta scomparsa della moglie.
Non solo: nessuno dei testi rintracciati dai carabinieri ha visto Parolisi prima delle 15.30-15.40. C’è solo il titolare del chiosco cui il caporalmaggiore si rivolgerà cercando Melania, Alfredo Ranelli, a riferire, fra molte incertezze, di un Parolisi in maglietta e calzoncini avvistato nella zona delle altalene.
Forse è proprio Ranelli il filo a cui Parolisi può ancora aggrapparsi, la testimonianza che potrebbe aver fatto la differenza fra una richiesta di arresto e l’avviso di garanzia a piede libero per l’omicidio volontario aggravato della moglie, notificato ieri al caporalmaggiore.
Per il resto la scena del pianoro è vuota: le foto degli studenti (ora e minuti degli scatti sovraimpressi), le ricostruzioni dell’anziana coppia, un funzionario dello Stato e una ex insegnante, che ha più volte fatto il percorso indicato da Parolisi come quello seguito da Melania per andare alla toilette del ristorante Il Cacciatore, sono ‘cieche’. Nessuno inquadra o vede la famiglia Rea: a quell’ora, probabilmente, Melania è già morta, colpita con 32 coltellate (sei alla schiena, 13 al torace, le altre alle gambe, alle braccia e al volto), nel bosco delle Casermette di Ripe di Civitella del Tronto (Teramo), dove il corpo verrà ritrovato il 20 aprile, grazie a una segnalazione anonima.