ASCOLI PICENO – Secondo Carlo Bonini di ‘Repubblica’ le soldatesse della caserma di Salvatore Parolisi, arrestato martedì per l’omicidio della moglie Melania Rea, venivano costrette a riti di iniziazione e a prestazioni sessuali in cambio di licenze. Insomma secondo questa ricostruzione Parolisi, come altri suoi colleghi graduati, si sarebbe approfittato di diverse soldatesse che facevano le reclute.
Bonini parla di rapporti a raffica tra le reclute (quasi tutte donne) e i militari graduati (per la maggior parte uomini). Le ragazze, secondo il racconto, figuravano come in permesso dai genitori mentre andavano a consumare rapporti con gli ufficiale nella “Casa vacanza Dimora di Morgiano”, vicino Ascoli e vicino la caserma. Costo delle stanze: 25-30 euro a notte. Addirittura sembra ci fosse un vero e proprio tariffario: a seconda della prestazione le reclute potevano “vincere” una o più licenze. Forse Melania aveva scoperto tutto e voleva denunciare la situazione?
Episodi, scrive Bonini, avvenuti anche tempo fa ma che sono venuti a galla solo ora, quando gli investigatori hanno interrogato i carabinieri in cerca di una pista che portasse alla verità sull’omicidio di Melania. Si parla, dice Bonini, ad esempio di na recluta che venne “sottoposta a un umiliante rito di passaggio e iniziazione. Un “codice rosso”, per dirla con il gergo della truppa. Una donna punisce un’altra donna. Nel corpo e nel rispetto delle altre. La responsabile viene congedata con disonore“.
Scrive Bonini: “Ascoltato come testimone, uno dei caporali addestratori del 235esimo racconta che, alla ‘Clementi’, c’è chi vanta ‘strisce importanti’. ‘Fino a trenta reclute in un anno’. Perché ogni notte con una “volontaria” diversa diventa una tacca nel bastone del comando“.
Conclude Bonini: “Radio Fante comincia infatti a gonfiare la voce (che alluviona Ascoli e che l’indagine raccoglie, ma non riesce a documentare in alcun modo) che quella palestra di “gallismo” sia andata così avanti da aver persino battezzato un “tariffario” dove alla prestazione di una notte corrisponde un permesso, una licenza breve, una “benevolenza” nell’addestramento. Non sapremo mai quanto di tutto questo Melania avesse capito. Se avesse minacciato di renderlo pubblico. Mentre è possibile che ne fosse a conoscenza Ludovica, che in quella caserma era stata, che di quella caserma conosceva il “segreto” e che in quella caserma ave-va cominciato la sua relazione “a fine corso”, quando i caporali si facevano più spregiudicati“.