ASCOLI PICENO – Salvatore Parolisi, camicia viola e baffetti curati, ha giocato la sua ultima carta davanti al riesame, per chiedere la scarcerazione e ribadirsi innocente: “Signor presidente, io a Melania non ho fatto niente”. Non ha modificato di una virgola la versione fornita fino a quando era solo un teste informato dei fatti. “Il 18 aprile mi ero preso un giorno di ferie per accompagnare mia figlia e mia moglie a una visita medica. Poi siamo andati in un supermercato, abbiamo pranzato a casa e abbiamo deciso di andare a Colle San Marco per far giocare la bambina. Melania è sparita dopo essersi allontanata per andare al bagno”. Oggi, martedì 23 agosto, saprà se i giudici gli hanno creduto, se lo faranno uscire di carcere oppure lo riterranno ancora colpevole.
Quello di Parolisi davanti alla Corte dei riesame è stato un monologo di 15 minuti. Un monologo in cui il caporalmaggiore, accusato di aver ucciso la moglie Melania Rea, non ha accennato e non ha spiegato le tante contraddizioni che sono emerse dalle sue testimonianze; niente nemmeno sulla relazione con l’amante, una delle soldatesse della sua caserma. Un monologo che è seguito al tentativo dei suoi legali di smontare l’impianto accusatorio. Un tentativo che prende in esame vari punti: per la difesa Melania ha sulle mani tracce di Dna maschile (diverso da quello del marito) e femminile misto al suo, su un polso e sulla pancia ha delle 2formazioni pilifere estranee”. Sul luogo delitto non c’erano tracce biologiche di Salvatore. La testimonianza di Ranelli, titolare del chiosco a Colle San Marco, dimostra la presenza di Melania vicino alle altalene, mentre quella di Salvatore, oltre che da Ranelli è provata da un guasto dell’Iphone dello studente le cui foto scattate il 18 aprile non comprendevano né la coppia, né la loro auto. E ancora: l’approfondita conoscenza del bosco – teatro delle esercitazioni militari del 235Ëš Reggimento Piceno – avrebbe dissuaso un aspirante assassino che non avrebbe sicuramente gradito il rischio di incontrare i colleghi che proprio in quei giorni si allenavano al vicino Poligono.
La contromemoria dei pm, invece, dice esattamento il contrario: orario e data delle foto scattate dall’Iphone sono esatte, Ranelli non ha mai detto di aver visto Melania e gli orari in cui vede Salvatore, comprovati dalla telecamera del chiosco, lo collocano a Colle San Marco dopo le 15,20.
In più un dettaglio: nei verbali degli interrogatori gli investigatori scrivono che Salvatore Parolisi “piagnucola” e il suo “pianto appare finto, senza lacrime”. Questa, secondo la difesa, sarebbe la prova dell’accanimento dell’accusa nei confronti di Parolisi, la prova che, nonostante l’incertezza del quadro, i pm sono prevenuti e già ritengono Parolisi colpevole al 100%.