ROMA – Il Gip di Teramo ha due sospetti che assomigliano molto a delle certezze: Melania Rea è stata uccisa non per delitto passionale ma perché conosceva un segreto inconfessabile del marito Salvatore Parolisi. E quest’ultimo avrebbe un complice dentro la sua caserma. Forse una delle reclute/amanti? Forse la stessa Federica Perrone? Per il momento sono solo supposizioni, ma gli inquirenti sono a lavoro. Per capire chi può aver aiutato Parolisi (sempre ammettendo che sia stato lui ad uccidere Melania) a cancellare le prove e anche per capire quale sia il segreto inconfessabile per cui Melania è stata uccisa. Come scrive Meo Ponte su ‘Repubblica’ , per la prima questione gli inquirenti sospettano si tratti di un parente o, meglio ancora, di un sottoposto del caporale. Sospettano insomma che il complice si trovi nella caserma del 235 Reggimento Piceno e che abbia potuto manomettere il cellulare della vittima cancellando probabilmente “una serie di sms compromettenti”. Per quanto riguarda invece il segreto, si indaga su alcuni indirizzi di trans trovati nel pc di Parolisi e sulla morte di un bimbo avvenuta anni fa in un incidente stradale.
Il Gip è stato chiaro: “Non vi è dubbio che allo stato delle conoscenze storiche acquisite il fatto debba essere ascritto a Salvatore Parolisi senza alcuna ragionevole possibilità alternativa”. Il caporale può però essere stato aiutato. Ma da chi? Il giudice formula una sua ipotesi: “È possibile che Parolisi abbia avuto un complice. Dai tabulati però non emergono contatti sospetti e dal 18 al 20 aprile è sempre stato in compagnia di parenti e investigatori. Ne consegue che l’unico modo che egli può aver avuto di incaricare qualcuno di “completare l’opera” al fine di sviare le indagini è stato parlare direttamente con il mandatario, probabilmente mentre era all’interno della caserma. Tertium non datur” scrive a pagina 168.
Ora, scrive ‘Repubblica’, gli investigatori vogliono vederci chiaro sui rapporti interni alla caserma, su “l’eventuale esistenza di giri di droga” e su “ulteriori e diverse frequentazioni extraconiugali” di Parolisi. In particolare, si legge sempre su ‘Repubblica’, vogliono vederci chiaro sugli indirizzi di trans scoperti nel pc del caporale. E anche l’incidente stradale in Campania che costò la vita ad un bimbo e che vide coinvolto Parolisi (i suoi avvocati però giurano che era solo un teste) pare essere di grande interesse per gli inquirenti di Teramo.