ASCOLI PICENO – Che nella morte di Melania Rea una donna possa aver avuto un ruolo di spicco è cosa che gli investigatori dicono da tempo. Più come ipotesi però, perché indizi precisi non sarebbero ancora emersi. Forse il “modus operandi” del delitto: la pista passionale è quasi certa, ma se Melania, come è stato detto, non aveva una doppia vita, allora chi poteva ucciderla così? Non un amante quindi, forse una donna che poteva avere motivi di astio verso Melania.
E la pista femminile è ancora seguita dagli investigatori. La prova è in alcuni interrogatori che hanno portato alla luce i lati oscuri del matrimonio di Carmela-Melania. Suo marito Salvatore Parolisi, dopo una iniziale reticenza, ha detto agli inquirenti di aver avuto in passato una relazione extraconiugale: “Due anni fa ho avuto una relazione con una commilitona ma è finita da tempo”.
Nei giorni scorsi era stata interrogata una soldatessa da tempo trasferita a Verona. Ora gli investigatori hanno rintracciato un’altra soldatessa a Lecce e avrebbero parlato anche con lei.
Le indagini quindi si starebbero concentrando su più presenze femminili. In questo contesto assume così importanza la testimonianza  di un uomo che dice di aver visto una donna fuggire dal bosco di Colle San Marco il giorno della scomparsa di Melania, alle 15,40.
Nel frattempo è stato analizzato il coltellino ritrovato nella pineta, ma chi indaga esclude che possa avere a che fare con l’omicidio di Melania. Domenica sera si era poi diffusa la voce di un possibile fermo, di una svolta nell’inchiesta. La procura smentisce tutto. Ma è chiaro ormai che la pista principale di questo caso ruota tutta intorno alle vita coniugale della giovane donna.
Il marito può contare sull’appoggio dei familiari di Melania. Il padre della vittima, Gennaro Rea, ha detto: “Non abbiamo dubbi, Salvatore è un bravo ragazzo, non c’entra niente con la morte della nostra amatissima figlia. Erano innamorati e non è vero che lei volesse lasciarlo”.