Melania, che tracce ha lasciato il cellulare? Il perito scrive a Blitz

ASCOLI PICENO – Il cellulare di Melania Rea ha lasciato delle tracce in grado di raccontare qualcosa del 18 aprile scorso. Ma su questo “qualcosa” non c’è accordo. Alcune notizie di stampa dicono che il segnale si era agganciato alla rete di Ripe di Civitella, dove la donna è stata trovata morta. Quindi, deduzione che avvalora la tesi della colpevolezza di Salvatore Parolisi, Melania non è mai stata a Colle San Marco, dove il marito ha detto di averla vista l’ultima volta.

Ma il perito Roberto Cusani, che ha lavorato per la difesa di Parolisi, ha voluto dare alcune precisazioni scrivendo a Blitzquotidiano: “In data odierna il quotidiano “il Centro” attribuisce al sottoscritto alcune affermazioni che, forse a causa della complessità tecnica dell’argomento trattato, riflettono solo in parte il mio reale pensiero. Tali affermazioni sono state poi riprese da altri giornali”.

Il perito ha voluto precisare alcuni punti: “1. Secondo alcune fonti giornalistiche esisterebbe un fenomeno di “sovrapposizione delle celle” che non sarebbe possibile per un cellulare Sgh-f480 quale quello in uso a Melania Rea; da ciò si dedurrebbe l’impossibilità che tale telefono si trovasse a Colle San Marco poco prima delle ore 15 del 18 aprile (ovvero in corrispondenza delle 2 chiamate senza risposta rilevate dai tabulati telefonici). Il mio commento è che mi risulta del tutto oscura l’esistenza di un tale fenomeno, tantomeno che siano possibili conclusioni del tipo riportato: naturalmente, mi riservo di leggere e valutare perizie tecniche eventualmente prodotte al riguardo”. Il cellulare di Melania, secondo la stampa, non poteva lasciare una traccia in due differenti celle (quella di Ripe e quella di Colle San Marco) e quindi non poteva trovarsi nel parco con le altalene dal quale si sarebbe allontanata Melania. Ma Cusani smentisce questa ipotesi: il fenomeno di sovrapposizione delle celle non esisterebbe.

E ancora: “2. Il mio parere sulla localizzazione del suddetto cellulare, già documentato e depositato presso le sedi opportune, è che i dati telefonici attualmente a disposizione non consentono di chiarire se esso poco prima delle ore 15 si trovasse a Colle S. Marco oppure a Ripe di Civitella 3. Non ho mai fatto commenti sulla colpevolezza o sull’innocenza dell’attuale indagato, che non spettano certo alla mia persona né al mio ruolo professionale”.

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Elisa D'Alto