Brindisi, l’assassino voleva colpire le ragazze di Mesagne

Un momento del funerale di Melissa (Foto Lapresse)

BRINDISI – L’assassino di Melissa Bassi voleva proprio colpire le ragazze di Mesagne. Lo ha stabilito un accertamento sull’innesco delle tre bombe nascoste nel cassonetto davanti alla scuola Morvillo Falcone di Brindisi. Sabato mattina, tra le 7,30 e le 7,50, l’uomo ha attivato l’innesco una prima volta per vedere se funzionava. Poi lo ha spento. Poco dopo ecco il primo pullman di studenti, proviene da Erchie. Ma l’uomo resta a guardare, non sono loro il suo obiettivo. E così quel gruppo di ragazzi passa davanti al cassonetto, inconsapevole di aver sfiorato la morte. Passa qualche minuto, ecco il pullman da Mesagne. E’ a questo punto che il killer si attiva. Alle 7 e 42 l’uomo nascosto dietro il chiosco preme il telecomando e le bombole esplodono. Melissa è la vittima.

Il killer sembra quindi che avesse un obiettivo preciso: le ragazze di Mesagne. Perché? Gli inquirenti non hanno ancora una risposta, l’indagine è ora a un punto morto dopo “l’abbaglio” di lunedì con un innocente radioamatore finito sulla gogna per un interrogatorio di qualche ora. Ora si cerca un collegamento tra il paese di Melissa e la scuola Morvillo Falcone.

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Elisa D'Alto