“Ero in quello stato di nascondere, di scappare da quel mostro che era appena uscito da me”. Lo ha detto Alessandro Impagnatiello, rispondendo in aula in merito ai tentativi di depistare le indagini, dopo l’omicidio della fidanzata Giulia Tramontano al settimo mese di gravidanza.
L’ex barman ha spiegato che, quando confessò alla compagna la relazione parallela con una stagista all’Armani Bamboo, si sentiva come “un vaso completamente saturo di bugie e menzogne. Era come se fosse strabordato qualcosa. Ne parlai con Giulia per liberarmi di qualcosa che mi divorava dentro”.
Quando l’avvocato della famiglia Tramontano, Giovanni Cacciapuoti, gli ha chiesto cosa sarebbe accaduto se non avesse fermato la fidanzata da una prima idea di abortire nel gennaio del 2023, lui lo ha interrotto e ha replicato: “Oggi non saremmo qui”. “Io e Giulia – ha poi aggiunto – ci volevamo tanto bene, dopo un eventuale aborto ci sarebbe stato sicuramente un momento delicato da affrontare. Non ci saremmo lasciati”.
L’esame del 31enne si è concluso con le sue dichiarazioni spontanee. Poi in aula hanno iniziato a testimoniare i consulenti della difesa.
“Quando sono venuto a conoscenza in carcere da un servizio in televisione di averle dato 37 coltellate, una cosa che feci automaticamente fu mimare il gesto della mano per 37 volte. Non che ci sia un numero corretto, però è una cifra spaventosa, soffocante”.
Così Alessandro Impagnatiello, rispondendo al pm Alessia Menegazzo che gli domandava perché nei primi interrogatori dopo il fermo disse di avere inferto a Giulia Tramontano soltanto tre colpi, quando alla scorsa udienza in aula ha detto di avere scoperto il numero dai media. “Non glielo so dire perché ho detto tre – ha aggiunto l’imputato – Avrei potuto dire qualsiasi numero”.
“Essere così superficiale da andare a confessare la relazione parallela alla mia compagna in gravidanza era l’ennesimo sintomo che la mia testa stava impazzendo. Non sto dicendo che io sia pazzo, ho sperato di crederlo, ho voluto credere di essere pazzo. Non penso di essere pazzo”.
Lo smascheramento da parte delle due donne con le quali aveva altrettante relazioni parallele, ha provocato in Alessandro Impagnatiello “un vero e proprio psicotrauma, una ferita narcisistica estremamente potente. Si è trovato scoperto rispetto a tutto questo piano che aveva lavorato”.
Lo ha detto in aula lo psichiatra Raniero Rossetto, incaricato della consulenza difensiva sull’ex barman a processo per l’omicidio della fidanzata Giulia Tramontano incinta di sette mesi. “Nel primo colloquio mi ha rappresentato l’immagine della scacchiera. Lui si sentiva lo scacchista che doveva tenere sotto controllo tutti i movimenti della scacchiera e lo faceva con le bugie”.
Rispetto “a tutto questo e soprattutto allo smascheramento, lui ha perso un po’ il senso della realtà. Non parlo di capacità o incapacità di intendere e volere, perché non siamo in ambito peritale. Però questo è successo. È il cosiddetto ‘delirio lucido’: pure chi delira può essere lucido”.