PERUGIA – “Solo Rudy, e forse Amanda e Raffaele sanno quello che è accaduto quella sera”.Lo dice il presidente della Corte d’Assise che ha assolto con formula piena Amanda Knox e Raffaele Sollecito. Ma non sembra convinto della sentenza emanata. La verità dunque solo Rudy Guede può raccontarla. Soprattutto ora che l’ivoriano, condannato per violenza sessuale e “concorso in omicidio”, è rimasto l’unico colpevole del delitto. L’unico la cui presenza sulla scena del crimine è ampiamente documentata dall’impronta palmare sul cuscino e dal Dna. Ci si chiede ora se sia possibili che Guede abbia ucciso da solo. Oppure se abbia detto la verità ed Amanda e Raffaele abbiano ucciso con lui.
Gli avvocati del ragazzo ivoriano, condannato a 16 anni di carcere con il rito abbreviato, sono Walter Biscotti e Nicodemo Gentile, che hanno dichiarato: “Aspettiamo di leggere le motivazioni dell’Appello e il ricorso in Cassazione. Poi decideremo se avviare le procedure per la revisione del processo, essendo evidente un conflitto tra giudicati diversi”.
L’avvocato di Raffaele Sollecito, Giulia Bongiorno, sostiene che la posizione di Guede vada chiarita:”Ora, processualmente è stato accertato che nella stanza di Meredith ci sono tracce solo di Guede e non quelle di Raffaele e Amanda. Questo dice la perizia. Ora, siccome non ci sono gli altri due non è che si devono cercare altre tre o quattro persone”.
Se Rudy Guede ha ucciso da solo, allora perché in una conversazione su Skype dalla Germania disse all’amico: “Ho avuto paura che avrebbero dato soltanto la colpa a me”. L’ivoriano ha poi ribadito in una lettera e in aula i nomi dei complici ed esecutori dell’omicidio, sostenendo che “quello che è stato un orribile assassinio di una splendida meravigliosa ragazza qual era Meredith, da parte di Raffaele Sollecito e Amanda Knox”.
Nel processo in primo grado “secondo i periti consulenti medico legali dal punto di vista medico legale non potrebbe escludersi che l’autore delle lesioni sia un unico aggressore”. Ma l’unico colpevole rimasto è accusato di “concorso in omicidio”. Le verità sul caso di Perugia sembrano destinate a rimanere insolute.