Messina, 3 centri formazione gonfiavano spese. Arrestate mogli di 2 ex sindaci

Messina, 3 centri formazione gonfiavano spese: Arrestate mogli di 2 ex sindaci

MESSINA – Una maxi-inchiesta della Procura di Messina sta scuotendo il mondo della Formazione professionale in Sicilia, dove gli inquirenti hanno fatto luce su una serie di illeciti connessi al finanziamento dei corsi con fondi dello Stato e dell’Unione Europea. L’inchiesta è sfociata all’alba di mercoledì in una raffica di arresti: la Guardia di finanza e la Polizia, su ordine del gip, ha eseguito dieci ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari e una misura di sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio.

Tra le persone coinvolte ci sono anche le mogli di due ex sindaci: Chiara Schirò, moglie del deputato del Pd Francantonio Genovese, e Daniela D’Urso, sposata all’ex sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca (Pdl).  Entrambe avrebbero avuto un ruolo in due enti di formazione. Nei loro confronti si ipotizza il reato di associazione a delinquere finalizzata al peculato e alla truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche destinate al finanziamento di corsi formativi nell’ambito di progetti approvati dalla Regione e finanziati con denaro proprio, dello Stato e del Fondo sociale europeo.

L’inchiesta ruota attorno a tre centri di formazione professionale che operano in provincia di Messina: Lumen, Aram e Ancol. Le indagini, dirette dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e dai pm Camillo Falvo, Fabrizio Monaco ed Antonio Carchietti, hanno fatto emergere l’esistenza di un sistema grazie al quale venivano gonfiati i prezzi delle prestazioni di servizio o degli acquisti di beni necessari per l’attività degli enti.

In particolare gli inquirenti avrebbero accertato prestazioni totalmente simulate e sovrafatturazione delle spese di gestione. Grazie a questi artifici, i rappresentanti legali dei centri di formazione, attraverso la compiacenza dei titolari di alcune società con i quali erano legati da vincoli di parentela o di fiducia, riuscivano a documentare spese a prezzi notevolmente superiori a quelli di mercato.

I centri in questione, che hanno come scopo l’organizzazione – senza fini di lucro – di corsi formativi, avrebbero così ottenuto finanziamenti per importi di gran lunga superiori ai costi effettivamente sostenuti.

 

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Daniela Lauria