Dall’unità operativa del «Piemonte», dove il bimbo è stato trasportato in un primo momento, fanno sapere che «già da tre giorni avevano il reparto pieno e non poteva ospitare il bambino». Lo stesso ribadiscono dal Policlinico e dal Papardo i medici di Rianimazione. Al Policlinico erano occupati tutti e tredici i posti, mentre al Papardo i medici di guardia affermano che «erano occupati tutti gli otto posti della Rianimazione previsti e che lo sono tutt’ora».
Il bimbo in una corsa contro il tempo è stato trasferito dal Papardo con l’ elisoccorso al Cannizzaro di Catania. Ma Mirko è morto prima di arrivare in ospedale. Il sostituto procuratore di Messina Franco Chillemi, intanto, ha iscritto nel registro degli indagati Giuseppa La Rocca, 54 anni, la donna che ha travolto il bimbo che era in strada con la madre e il padre quando, forse sfuggendo al loro controllo, ha attraversato un incrocio tra via Santa Cecilia e via Natoli finendo sotto l’auto.
La famiglia romena era giunta da qualche tempo a Messina dal proprio paese stabilendosi in un campo abusivo sorto a Maregrosso, all’altezza di via Santa Cecilia. Come la maggior parte dei romeni che stanno nel campo nomadi vivevano di elemosina. Dopo l’impatto le condizioni del piccolo non sembravano gravi ma è stato comunque portato nell’ospedale Piemonte per medicare un profondo taglio alla testa. Qui è stato sottoposto a radiografia che ha evidenziato alcune lesioni interne.
Quindi è stato trasferito al Papardo ma visto che in nessuno dei tre ospedali messinesi c’era posto è stato disposto il trasporto in elisoccorso nell’ospedale Cannizzaro di Catania. Al vaglio della procura vi è la dinamica dell’incidente e le ragioni per cui il piccolo paziente non ha trovato posto nei nosocomi peloritani. Anche la procura di Catania, ha aperto un’inchiesta e ha disposto l’esame medico legale sul corpo del piccolo.