Due soli colpi di pistola, uno per la compagna, uno per sé; così un uomo di Treviso ha reagito alla decisione della convivente di lasciarlo e tornare a vivere in Francia. Lei è morta, lui si è salvato nonostante le sue intenzioni e quando uscirà dal ricovero d’urgenza dovrà rispondere al giudice di omicidio volontario.
Il protagonista del fatto di sangue che martedì pomeriggio ha scosso gli abitanti di Miane, piccolo paese a 40 chilometri a nord di Treviso, è Francesco Rizzi, un commerciante di sessantuno anni già da qualche tempo in pensione. L’uomo viveva da tempo con una donna più giovane, Laura Adelaide Leducq, cinquantenne di origine francese. Alle spalle Rizzi aveva già un’altra lunga relazione, e un figlio, Ronnie, che viveva a Tambre, una cittadina non lontana.
E’ stato lui, entrando in casa del padre per una delle solite visite, a trovare Laura, ormai morta, sul letto, e il padre, accasciato per terra e con un colpo di pistola alla tempia. E a chiamare gli uomini del pronto soccorso, che, constatata la morte della donna, hanno invece soccorso l’uomo, ancora vivo, lo hanno portato d’urgenza nell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso.
I carabinieri hanno avviato le indagini sul caso. Secondo le prime ricostruzioni Francesco avrebbe preso la decisione di uccidere la compagna a causa dell’intenzione della donna di interrompere la convivenza e tornare a vivere in Francia.
Una scelta che l’uomo non era riuscito ad accettare, spaventato dalla prospettiva della fine della relazione e dal ritorno ad una vita solitaria; per questo avrebbe preso la sua pistola, regolarmente registrata, e avrebbe sparato due volte, la prima contro la compagna, e la seconda contro di sé.
Laura era già morta all’arrivo dei medici; Francesco invece ha subito un intervento chirurgico di urgenza, ed è ora ricoverato in rianimazione all’ospedale di Treviso.
*Scuola di Giornalismo Luiss
