Microprostituzione e diffusione della pornografia a scuola, ragazzine offrono prestazioni per un iPod

Si moltiplicano gli episodi di microprostituzione tra ragazzini. Dopo l’allarme lanciato qualche giorno fa dall’assessore alla Salute di Milano, Giampaolo Landi di Chiavenna, continuano ad emergere episodi sconcertanti che rivelano le dinamiche della compravendita del corpo in chiave adolescenziale.

Mentre le ragazze, sempre più disinibite, appaiono disposte a concedere prestazioni nei bagni delle scuole in cambio di iPhone, iPod o addirittura ricariche del cellulare da pochi euro, i maschi si scambiano filmati pornografici con il cellulare e, insieme a questi, i “book” virtuali delle coetanee, con tanto di “tariffario”.

La sessuomania dilagante è un fenomeno tanto inquietante quanto trasversale: dai casermoni anonimi della periferia ai palazzi dei quartieri “bene”, gli adolescenti – almeno a scuola – finiscono tutti negli stessi bagni, a vendere e comprare piacere senza alcuna inibizione. Le prestazioni orali vanno per la maggiore e si concedono a orari predefiniti, già dalla fase preliminare: quella della “contrattazione”.

Il fenomeno è sotterraneo e difficile da fare emergere. Anche per questo, l’Osservatorio sui diritti dei minori ha sollecitato la polizia a intensifi­care il monitoraggio della re­te, anche perchè «alcune videochat di libe­ro accesso e non vietate ai mi­nori, consentono conversazio­ni con giovanissimi che si esi­biscono in atteggiamenti ses­sualmente espliciti».

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luiss_sgrattoggi