Motovedetta libica spara a Guardia Costiera italiana e ruba barcone

Foto Ansa

ROMA – Sparatoria in mare nella notte tra lunedì e martedì. Un guardacoste italiano stava terminando una operazione di salvataggio con il trasbordo di migranti da un barcone. A un certo punto si è avvicinata una motovedetta libica che ha aperto il fuoco e si è impossessata del barcone facendo poi rotta verso le coste libiche. Un mezzo della Marina militare ha inseguito la motovedetta raggiungendola. Batteva bandiera libica, e i nostri militari non sono intervenuti. Ma chi e perchè ha sparato? Questa motovedetta libica a quale governo risponde? Agli islamisti di Tripoli o a quello di Tobruk? Di certo, la sensazione è che quella motovedetta, forse rubata alla guardia costiera libica, faccia parte degli scafisti che trafficano migranti.

Ma c’è anche un particolare agghiacciante. Il cadavere di uomo deceduto su un barcone è stato gettato in mare ed è stato poi dilaniato dagli squali. La polizia di Ragusa ha fermato il presunto scafista, Aboubakarma Banghoura, 19 anni, originario dalla Guinea: si tratta del quattordicesimo scafista fermato del 2015.

Salvini ai sindaci: “Non accogliete i migranti”. Se fosse al governo Matteo Salvini, leader della Lega Nord, chiamerebbe “i comandi della Guardia costiera e della Marina militare e darei l’ordine alle navi di pattugliare le acque territoriali, soccorrere chi deve essere soccorso ma non far sbarcare assolutamente nessuno”. E per sbarrare la strada agli immigrati sbarcati sulle coste italiane, ecco la soluzione del segretario federale: “Occupare alberghi e ostelli“.

I migranti poi, 101 uomini, 8 donne e un minore, sono sbarcati a Pozzallo da una nave maltese. Tra loro c’era anche una donna incinta e con ustioni da contatto. Non sarebbe in gravi condizioni. I migranti soccorsi provengono da Nigeria, Costa d’Avorio, Senegal, Ghana e Mali. In base alle dichiarazioni dei testimoni, la polizia ha calcolato che gli organizzatori abbiano incassato circa 60mila dollari dai passeggeri del gommone.

Ma negli ultimi giorni, complici le condizioni del mare, gli sbarchi sono un flusso continuo. Come spiega il Corriere della Sera:

è approdata nella notte nel porto di Palermo la nave «Gregoretti» della Guardia Costiera con 1.169 profughi, tra i quali donne e bambini, raccolti nel Canale di Sicilia in seguito a diversi interventi di soccorso. Mentre nel porto di Reggio Calabria è arrivata la nave «Orione» della Marina Militare con a bordo 677 migranti e il cadavere di una donna morta per annegamento. Sulla nave c’è anche un neonato che ha visto la luce su un barcone partito dalla Libia e soccorso nel Canale di Sicilia. Lo sbarco segue quello di 580 migranti avvenuto domenica.

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Alessandro Avico