MILANO – Nonostante stesse male non ha voluto rinunciare al suo dovere di cardiologo, e salvare un'altra vita in ospedale. Ma e' stato il suo cuore, questa volta, a non reggere allo sforzo: cosi' Vincenzo Capacchione, del Servizio di Emodinamica all'ospedale di Rho (Milano), e' morto sabato scorso a soli 49 anni, poco dopo aver concluso un intervento chirurgico. Il medico, come racconta lo stesso ospedale e come si legge su 'Il Giorno', ''si trovava a casa in stato febbrile, seppure in reperibilita', per non lasciare scoperta un'eventuale urgenza. Fatto che si e' verificato. Dopo essersi recato in ospedale, il dottor Capacchione ha effettuato un intervento di angioplastica su un paziente salvandone la vita. Finita l'operazione il cardiologo si e' accasciato a terra privo di sensi''. Un malore che lo stesso medico aveva segnalato come ''uno strano dolore al petto'', presumibilmente un infarto. ''Quando arrivano sul tuo tavolo notizie di questo genere – commenta Ermenegildo Maltagliati, direttore generale dell'Azienda Ospedaliera Salvini di Garbagnate Milanese, cui afferisce il presidio di Rho – e' sempre difficile trovare le parole giuste. Lo e' ancora di piu' quando l'eta' del collega che ci lascia e' cosi' giovane e quando a casa lascia tre figli piccoli e una moglie. Se poi a questo si aggiunge il fatto che Vincenzo Capacchione facesse parte di un team di tre medici emodinamisti che ogni giorno, tra mille difficolta', ha il compito di salvare la vita alle persone, davvero non si trovano le parole''. ''Posso pero' affermare – continua Maltagliati – che uomini come Capacchione, per il loro quotidiano impegno, per il loro altruismo e per la loro dedizione, danno lustro alle istituzioni per cui lavorano. E di questo, io in primo luogo, e tutti noi colleghi, gliene saremo sempre grati''.
