E proprio a Campobasso sono stati arrestati due esponenti della ‘Ndrangheta che sarebbero in qualche modo “legati” al sequestro della Garofalo. Una delle due ordinanze di custodia cautelari emesse dal gip di Campobasso per il tentato sequestro della Garofalo è stata eseguita a Petilia Policastro, nel Crotonese: i carabinieri hanno rintracciato e arrestato Carlo Cosco, di 40 anni.
L’uomo è ritenuto dagli inquirenti il mandante del tentativo di sequestro della collaboratrice di giustizia, sua ex convivente, mentre a commetterlo materialmente sarebbe stata un’altra persona. L’episodio è avvenuto il 5 maggio del 2009 a Campobasso, dove la donna si era trasferita insieme alla figlia dopo aver cominciato a collaborare con gli inquirenti, anche se poi le era stato revocato il programma di protezione e aveva fatto ritorno nel paese d’origine.
Di Lea Garofalo, peraltro, si sono perse le tracce dallo scorso mese di novembre quando i familiari ne hanno denunciato la scomparsa ai carabinieri di Petilia Policastro.
Secondo quanto ritengono gli inquirenti della Dda di Campobasso, che dopo l’episodio del maggio scorso hanno avviato le indagini, Cosco temeva che la sua convivente avesse fatto rivelazioni in merito ad alcuni delitti: in particolare a quello del fratello, Floriano Garofalo, ucciso in un agguato l’8 giugno del 2005 nella frazione Pagliarelle di Petilia Policastro nell’ambito di uno scontro tra clan avversi.