L’intrusione negli uffici dell’assessorato al Verde e all’arredo urbano di Milano è soltanto l’ultima di una serie che ha coinvolto uno stesso edificio del Comune, quello centralissimo di piazza Duomo 21.
I casi adesso sono tre e preoccupano: sono vosì nate diverse polemiche sulla sicurezza a Palazzo Marino tutti, maggioranza e opposizione, invocano «più controlli». In un momento di allerta generale per la città legato all’allarme attentati, però, il Comune sta pensando di studiare un nuovo piano sicurezza per gli stabili: da piazza Scala alle sedi degli assessorati si cercherà di capire come vigilare. «Lo sforzo è enorme, ma dovremo stringere le maglie della sicurezza», dice il vicesindaco Riccardo De Corato.
A essersene accorta è stata l’impiegata che per prima è tornata al lavoro dopo Capodanno ed ha trovato gli uffici dell’assessorato di Maurizio Cadeo a soqquadro: i cassetti e gli armadi aperti, i fascicoli in disordine, i fogli sparpagliati sulle scrivanie. Cadeo ricorda che in autunno c’era stato un caso analogo — passato sotto silenzio — in altri stanze della sua direzione. Poco dopo, a fine ottobre, era toccato al settore Bonifiche ambientali. Allora, chi riuscì a entrare lo fece sfruttando un ponteggio e forzando una finestra.
Anche questa volta computer e materiale tecnologico erano al loro posto, ma c’è un particolare in più: non è stato trovato nessun segno di effrazione. La porta, secondo i primi resoconti dei vigili che hanno fatto i rilievi, era socchiusa con una mandata del chiavistello inserita. Chi è entrato nelle stanze dell’assessorato non avrebbe avuto bisogno di fare troppa fatica. «Dalle prime testimonianze sembra che sei mesi fa siano sparite delle chiavi solitamente appese a un chiodo affisso allo stipite della porta: dovremo capire se qualcuno lo abbia denunciato e se fossero state cambiate le serrature», dice De Corato.
Difficile capire se manchi qualche fascicolo: bisogna attendere il rientro dei dirigenti ancora in vacanza. Ma cosa cercava chi è entrato? Lo stesso Cadeo non trova una ragione: «Non abbiamo segreti o misteri da nascondere. Non mi spiego cosa i presunti ladri potessero cercare». Quello che preoccupa, dice, è altro: «Sono sconcertato dalla facilità con cui si riesce ad accedere a questi uffici: è già il terzo episodio in poco tempo. Bisognerà aumentare la sorveglianza».