MILANO – È stato assolto«con formula piena perché il fatto non sussiste» Maurizio Minora, professore delle scuole medie, 61 anni quando fu arrestato nel 2014, perché, secondo le accuse toccava le giovanissime alunne.
“la domanda è: come è possibile che un uomo sia arrestato e tenuto in carcere per 19 giorni per molestie sessuali e, 3 anni dopo, sia assolto «con formula piena perché il fatto non sussiste»? Può succedere, ma fa sempre impressione apprenderlo. Fa impressione che le indagini su cui si è basato l’arresto deciso dal pm le hanno fatte i vigili urbani di Milano. Con tutto il rispetto, si chiameranno Polizia locale, ma preferirei i carabinieri o polizia…Fa impressione anche l’arco percorso dai giornali”.
Aveva scritto Blitzquotidiano, nel giugno del 2014, che il professor Minora toccava le ragazze sulle gambe, sul seno, all’uscita o all’entrata dalla classe. Loro, i colleghi, lo coprivano con gli inquirenti, minimizzavano con le alunne vittime, negavano con i genitori sospettosi. Almeno in quattro. Proprio loro che, intercettati, al telefono si dicevano: “Si sa benissimo che è un pedofilo…”.
Una storia di abusi che viene da Milano, dalla scuola media Manzoni di piazza XXV aprile. Il prof sotto accusa è Maurizio Minora, 61 anni. La “rete” di presunte complicità all’interno della scuola la ricostruisce Repubblica:
Tutte indagate, avevano coperto e minimizzato gli episodi, anche con le alunne. Sono la direttrice, E.T., 52 anni (indagata per aver dato false informazioni agli inquirenti e aver poi riferito i segreti delle indagini in corso al professore arrestato ieri mattina), il preside che l’aveva preceduta, M.Q., di 61 (per aver taciuto e reso dichiarazioni false), un professore di fotografia e informatica, F.R., di 57 (stessa accusa, per la quale si rischia una condanna fino a 4 anni) e una professoressa di storia dell’arte, R.I., di 61 (indagata anche per omissione: quella di non aver impedito un evento — la violenza sessuale — che aveva l’obbligo di impedire). «Si sa benissimo che Minora è pedofilo», si dicevano al telefono, senza mai denunciare nulla. «Comportamenti omertosi», li definiscono gli inquirenti.
Al processo, tre anni dopo, le accuse sono state ridotte al rangodi “suggestione collettiva”, anzi proprio azzerate.In mezzo, un lungo incubo, durato tre anni: «Ero sconvolto. Uscito di cella evitavo le donne persino in strada»«Ero sconvolto. Uscito di cella evitavo le donne persino in strada».