Un’acquasantiera igienica, ideale per combattere il diffondersi dell’influenza A. O forse ottimale per alimentare la psicosi collettiva che dilaga nel nostro Paese attorno al nuovo virus.
Il meccanismo di funzionamento del “sacro dispenser” è semplice e analogo a quello di tanti lavandini utilizzati nei luoghi pubblici: una cellula fotoelettrica si attiva quando una mano passa sotto l’acquasantiera. Non è necessario così, per avere la propria dose d’acqua benedetta, immergere la mano nel catino.
Il ritrovato tecnologico, per ora, si trova nella parrocchia dei Tre Fanciulli a Fornaci di Briosco, tra Milano e Monza. Ma nei prossimi giorni, l’inventore, Luciano Marabese, inizierà a produrla in serie. Psicosi o meno, nell’acquasantiera c’è almeno qualcosa di buono: «Parte dei ricavati — spiega il parroco don Pierangelo Motta — sarà destinata allo scavo di pozzi d’acqua in Africa», la missione dove ora opera il parroco suo predecessore, don Bruno Vitari.
Una soluzione, quella brevettata a Briosco, che potrebbe tornare molto comoda anche nel Duomo di Milano dove, nei giorni scorsi, proprio per l’influenza A, un divieto ufficiale aveva stabilito la «sospensione della presenza di acqua benedetta nelle acquasantiere».
