MILANO – Figlia fidanzata e padre musulmano osservante che tenta di soffocarla: la tragedia è stata evitata solo per la prontezza di una quasi diciottenne, di padre egiziano e madre italiana, che e' riuscita a far rientrare il padre in se', utilizzando gli stessi argomenti religiosi che avevano suscitato il suo folle gesto, proprio nel momento in cui stava infierendo su di lei con un sacchetto di plastica per soffocarla, nel letto di camera sua, ieri mattina.
Almeno secondo la versione della ragazza, che pero' viene giudicata ''credibile'' dagli investigatori della Squadra mobile che l'hanno ascoltata anche se per ora il sacchetto non e' stato trovato. Un'aggressione, quella raccontata, comunque compatibile con il tipo di lesioni al collo che sono state riscontrate al pronto soccorso.
Domenica mattina la giovane e' stata aggredita dal padre, da sempre fervente islamico, dopo l'ennesima lite per i suoi comportamenti ritenuti troppo liberi (sabato pomeriggio l' uomo l'aveva trovata in casa a parlare con il ragazzo, e l'aveva cacciato dall'appartamento, senza violenze, e un anno fa per un bacio in una foto, sempre con lui, erano volati dei ceffoni, ma niente di piu').
L'uomo, dopo una notte in bianco, avrebbe atteso che la moglie, cassiera in un supermercato, uscisse per andare a lavoro, per mettere in atto un vero e proprio tentativo di soffocamento. Tutto in corso di riscontro, dato che per ora l'uomo di 61 anni regolare, incensurato e padrone di una piccola ditta di pulizie, e' stato denunciato per maltrattamenti in attesa delle disposizioni del giudice. A raccontare la 'sua' verita' agli investigatori, in una comunita' protetta dove sia lei sia la madre sono state poste dall'autorita' giudiziaria, che teme per la loro incolumita', e' stata proprio lei, una giovane con le idee chiare, che studia alle superiori ma che gia' cerca un lavoro, legata da tempo allo stesso ragazzo: ''Mio padre mi ha infilato un sacchetto in testa mentre dormivo e l'ha stretto cercando di soffocarmi – ha detto – Ho cercato di liberarmi ma lui mi ha bloccato tenendomi per i polsi e il collo con un braccio. Allora gli ho spiegato che le colpe della mia 'immoralita'' sarebbero ricadute solo su di me, per il Corano, e dopo un po' si e' calmato e mi ha lasciato andare''.
L'uomo continuava a dirle che doveva mantenersi pura per il matrimonio, e che avrebbe dovuto sposarsi con un musulmano. Quando l'ha lasciata libera, la ragazza e' fuggita e ha chiamato il 113. Ora i giudici dovranno soprattutto capire se ci possa essere il pericolo di una reiterazione del reato, per evitare che la tragedia sia stata solo rinviata.