Milano, pacco bomba all’università Bocconi

Università Bocconi

Un pacco contenente un ordigno è stato trovato nella mattinata di mercoledì 16 dicembre, parzialmente esploso, nei pressi dell’Università Bocconi di Milano. Nella stessa giornata, qualche ora dopo, un altro pacco esplosivo è stato recapitato ed è esploso al Cie di Gradisca di Isonzo, in provincia di Gorizia.

In nessuno dei due casi ci sono stati feriti. Gli investigatori seguono in entrambi i casi la pista anarchica e non è escluso che gli episodi possano essere collegati.

Bocconi. La bomba, che era regolata da un timer era composto da tre chilogrammi di dinamite, era stata collocata all’interno di una nicchia in uno dei corridoi di transito (che chiude alle 20) tra le diverse strutture dell’ateneo milanese.

Per fortuna, della bomba – definita «seria» dagli analisti della Digos milanese – è scoppiato solo l’innesco. Il timer era sincronizzato per le 3 della scorsa notte: se esplosa completamente, la bomba, secondo la Digos, avrebbe potuto provocare «danni ingenti alle cose».

L’azione sarebbe stata rivendicata da un volantino a firma Federazione Anarchica Informale (Fai) con una telefonata anonima al quotidiano «Libero».

Secondo quanto riferito dall’università, non ci sono stati danni a cose o persone e lo scoppio, che ha causato la caduta di qualche calcinaccio, è avvenuto nel tunnel tra via Sarfatti e via Bocconi che di notte viene chiuso. Nella mattinata di mercoledì 16 dicembre il passaggio tra i due edifici è stato chiuso per qualche ora per consentire gli accertamenti degli artificieri. Al momento è normalmente aperto e in corso c’è la presentazione di una mostra.

Cie di Gradisca D’Isonzo. Il pacco, spedito da Milano, conteneva un portafoglio imbottito di esplosivo a basso potenziale. Il direttore del Centro, Luigi Del Ciello, dopo averlo preso in consegna si è insospettito ed è riuscito a disfarsene prima dello scoppio che non ha causato alcun ferito.

Rivendicazioni. Secondo l’Ansa, che cita fonti di intelligence,  entrambi gli attentati sono stati rivendicati dalla Fai, Federazione Anarchica Informale.  L’Adn Kronos, invece, sostiene che  l’attacco alla Bocconi sarebbe stato rivendicato da un altro  gruppo di ispirazione anarchica, il “nucleo Maurizio Morales”.

Nel volantino fatto trovare dal Fai  sul bancone dell’ingresso del quotidiano Libero si parla di contrasto al capitalismo, di attacco ai Cie e di inizio di lotta alle classi abbienti.  In particolare, nella rivendicazione il Fai annuncia l’attacco ai Cie, definite «moderne galere dove relegare gli ultimi della società, e l’inizio di una attività contro le classi abbienti, i ricchi e il potere».

La procura di Milano, intanto, ha aperto un’inchiesta su quanto accaduto all’università Bocconi.

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Emiliano Condò