A un mese dalla rivolta etnica scoppiata dopo l’omicidio di un giovane egiziano, in via Padova a Milano scatta il coprifuoco. Saracinesche abbassate prima degli altri negozi della città per quelli “a rischio” di via Padova e dintorni, per lo più gestiti da immigrati. Chiuderanno prima quindi take away, phone centere, centri massaggi, discoteche. Una misura voluta dal sindaco Letizia Moratti e avallata dal ministro degli Interni Roberto Maroni.
Oltre al «coprifuoco» per le attività commerciali il giro di vite colpirà anche gli affitti in nero. Gli abitanti di via Padova e dintorni dovranno obbligatoriamente depositare i contratti di locazione o di comodato d’uso al comando dei vigili.
Poco dopo gli scontri di via Padova, inoltre, i commercianti italiani avevano proposto di trasformare gli amministratori di condominio in spie, con licenza di denunciare i “fatti anomali” all’interno degli stabili. Ma questa misura, che aveva sollevato non poche polemiche, è stata per il momento accantonata dal sindaco e dai suoi consiglieri.
