(Ansa) – BRINDISI – Pochi istanti, un pò di liquido infiammabile, o forse solo un tocchetto diavolina e le fiamme, alte, hanno avvolto, distruggendola, l’auto del sindaco di Brindisi. Certa l’origine dolosa del rogo: chi ha agito alle 23.30 di ieri (lunedì 3 novembre, ndr) voleva colpire Mimmo Consales, primo cittadino Pd.
Alle due della notte, poi, un con un tweet il sindaco ha ringraziato tutti per la solidarietà ricevuta e ha avvisato chi ha agito in fretta nel buio: “Non mollo, vado avanti, più forte di prima”. I fatti si sono verificati in viale Belgio, nel rione Bozzano, zona residenziale in cui Consales vive insieme alla compagna. Le fiamme hanno divorato la sua Ford Kuga bianca che era parcheggiata a spina di pesce a bordo strada. Accanto c’erano due auto, una Fiat 500 e una Opel Antara, che sono state danneggiate dal fuoco. Consales è corso in strada, poi subito dai carabinieri a formalizzare la denuncia: agli investigatori – ha detto stamani parlando con i giornalisti – Consales ha fornito tutti gli elementi in suo possesso.
“Come tutti i sindaci, spesso sono solo a gestire situazioni difficili”, ha anche detto. Ha poi spiegato di aver già denunciato nei mesi scorsi minacce subite, tanto da dare avvio a indagini che hanno portato all’identificazione dei responsabili destinatari anche di provvedimenti di ammonimento da parte del questore. Ha poi raccontato di aver avuto la percezione d’essere stato seguito ieri al rientro a casa dal Comune.
“Potrebbe essere opera di un balordo – ha detto il sindaco – ma anche un gesto da inquadrare in un contesto più articolato”. Ha quindi riferito di situazioni delicate, come quella che ha riguardato la gestione della Multiservizi, la partecipata del Comune, o l’appalto dei rifiuti. Gli investigatori sono al lavoro: hanno posto sotto sequestro l’auto distrutta dal fuoco e hanno acquisito i filmati delle telecamere di un supermercato vicino. Che a Brindisi si viva in un clima ad alta tensione lo ha dimostrato quanto accaduto in mattinata, quando dipendenti comunali hanno trovato feci umane e scritte offensive in un corridoio dell’ufficio ‘Casa’.
Lo documenta quanto accaduto un anno fa quando fu l’auto del segretario cittadino del Pd, Antonio Elefante, ad essere avvolta da fiamme anche all’epoca dolose. Aveva espresso una posizione differente rispetto al resto del partito che supportava il sindaco deciso a proseguire nella sua esperienza amministrativa nonostante una informazione di garanzia per abuso d’ufficio, ricettazione e riciclaggio.
Oggi Brindisi e il suo sindaco sono circondati da attestati di solidarietà bipartisan e provenienti da personalità di ogni ordine e grado. Vicina al suo sindaco, la giunta comunale di Brindisi e il presidente dell’Anci Puglia Luigi Perrone ha affermato in una nota che l’attacco ai sindaci è “un fatto gravissimo perché lede la dignità e l’identità di una comunità”.
Il ministro per gli Affari regionali, Maria Carmela Lanzetta, ha espresso solidarietà e vicinanza e da Bari – dove presiedeva la cerimonia solenne al Sacrario dei Caduti in occasione della giornata Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate – il presidente del Senato, Pietro Grasso, ha ricordato che c’è una “commissione parlamentare che si occupa specificatamente di intimidazioni agli amministratori locali” e che essa “ha dimostrato particolare attenzione nei confronti della Puglia”.