MINEO (CATANIA) – Giungono a Mineo sui pullmann, dopo essere sbarcati ad Augusta dalla nave San Marco, i 498 migranti partiti da Lampedusa e il primo impatto non sono cartelli di benvenuto nel villaggio della solidarietà o un caffè caldo e brioches ma gruppi di amministratori comunali del circondario inferociti che tentano d’impedire l’entrata dei bus nel centro di accoglienza che doveva essere per richiedenti asilo ma che ora ospiterà parte dei migranti giunti sulle Pelagie.
I sindaci hanno tentato, creando un cordone davanti alla struttura di non fare entrare gli autobus, ma dopo qualche minuto di tensione le forze dell’ordine sono riusciti a farli passare. Oltre a quello di Mineo, Giuseppe Castania, davanti al centro c’erano anche i sindaci di Scordia, Raddusa, Ramacca, Caltagirone, Licodia, Castel di Iudica, Grammichele.
”Questa – ha detto il sindaco di Caltagirone, Francesco Pignataro – è una grande farsa che noi respingiamo al mittente. Questa non è una riserva indiana, presto diventerà un lager. Nelle riserve c’era un equilibrio ecosistemico ma qui queste persone non sanno come trascorrere la giornata. Il ministro Maroni continua a sostenere che questa è una iniziativa sperimentale che l’Europa ci dovrà copiare ma io credo che ci sia poco da copiare: non bisogna essere esperti per immaginare che qui 2000-3000 persone non faranno altro che amplificare le loro difficoltà e le loro contraddizioni”.
E rincara la dose Castania: ”Il patto per la sicurezza a questo punto è carta straccia. Ci sentiamo ingannati e non abbiamo nessuna intenzione di firmare alcun protocollo se prima oggi il prefetto Caruso non viene qui ad informare i sindaci su quello che vuole fare a proposito di questo ‘non progetto”’.
”Dalle informazioni che abbiamo – dice – sappiamo che ci sono pochissimi bambini e donne e poi ci sono circa 600 clandestini, perché in questo momento a Lampedusa non c’è né il tempo, né la serenità, né il modo per avviare le procedure per la richiesta d’asilo. E a meno che non l’abbiano fatto stanotte durante la traversata, questi sono tutti clandestini. Questa è la dimostrazione di come questo progetto sia iniziato male e stia procedendo peggio. Era follia mettere duemila persone tutte insieme qua ma la doppia follia è quella di pensare ora di mettere insieme migliaia di richiedenti asilo e migliaia di clandestini”. ”Al governo – prosegue – diciamo fermatevi e tornate a discutere con il territorio, con i sindaci, come in concreto si possa fare un progetto davvero sostenibile”’.
Castania ha annunciato per domenica, alle 10, davanti al Centro della solidarietà, un manifestazione di protesta, ”in cui verranno spero migliaia di persone”. E sui retroscena della scelta del villaggio di Mineo come luogo di accoglienza per migranti hanno presentato un’ interrogazione al ministro dell’Interno i senatori Pd Francesco Ferrante e Roberto Della Seta.
”Non si capisce quali siano i motivi che hanno spinto il Viminale e Palazzo Chigi – dicono – a scegliere contro il parere delle amministrazioni locali il ‘villaggio della solidarieta” di Mineo, una cittadella di 25 ettari, stipulando con la ditta Pizzarotti di Parma, costruttrice e proprietaria del villaggio, un accordo dal costo tenuto segreto. Chiediamo al ministro Maroni di rendere pubbliche le motivazioni, le modalità e il costo complessivo di questo accordo”. L’amministrazione americana che aveva a Mineo le famiglie dei propri soldati aveva stipulato con Pizzarotti un contratto decennale del valore di 8,5 milioni di dollari l’anno.