Da dieci anni lavora in un’azienda casearia di Aprilia come operaio, ma cinque anni fa ha deciso di rendere pubblica la sua scelta rivelando la sua identitàdi transessuale. Così è cominciato il calvario di un trans di 35 anni, di Latina, che dopo anni di mobbing, minacce e isolamento, lunedì scorso ha tentato di togliersi la vita tagliandosi le vene e che ieri ha parlato ai microfoni di Lazio Tv raccontando la propria storia. ”Quando aprivo il mio armadietto negli spogliatoi trovavo ogni genere di rifiuti – ha spiegato – L’azienda mi creava problemi, venivo diffamato con delle lettere partite dall’amministrazione e poi mi hanno chiesto di licenziarmi. Ho cominciato a perdere i capelli e il peso, fino a 32 chili”.
Il tentativo di suicidio è avvenuto proprio all’interno della ditta, lunedì, durante una normale giornata di lavoro. ”Le colleghe si sono spaventate – ha raccontato ancora – ma nessuno mi ha soccorso. Sono stato strattonato dalla padrona, poi mi sono fatto aprire i cancelli e sono andato via cercando soccorso da alcuni operai di fronte. Di lì in poi non ricordo più niente, avevo perso molto sangue. Dall’azienda non ho ricevuto nessuna chiamata. Ora c’è un procedimento giudiziario in corso, che spero mi aiuti a risolvere i miei problemi. Ho bisogno di giustizia”.
