Fabio Bertacchini, modenese di 49 anni, ha avuto qualche tempo fa un problema alle vene degli arti inferiori. Non esisteva cura e l’unica soluzione era l’amputazione di entrambe le gambe. Per questo motivo, lo Stato lo ha ovviamente dichiarato invalido, ma ogni anno deve sottoporsi a una visita di controllo. «Non capisco. Non capisco proprio – ha dichiarato l’uomo alla Gazzetta di Modena. Forse credono che le mie gambe ricrescano di notte come nelle favole di Pinocchio? Purtroppo non è così. Io non potrò più camminare».
L’uomo non ci sta e non riesce a capire perché ogni anno debba presentarsi a questo controllo. «Sino a che vivrò – continua Bertacchini – dovrò muovermi in carrozzina, fuori casa e in casa. Anche quando mi preparo da mangiare o devo lavarmi devo arrangiarmi appoggiandomi ai corrimano. Non mi lamento, perché sono ancora vivo e a parte questo problema fisico ho una buona salute. Non mi lamento affatto. Ma la fatica di dover tornare una volta all’anno a una visita di controllo mi umilia, anche perché devo chiedere ogni volta la cortesia a un qualche amico di un accompagnamento; viste le mie condizioni vuol dire chiedere pure che chi mi aiuta deve prendersi una mezza giornata di ferie o di permesso per andare e tornare. Mi sembra veramente troppo per chi già deve convivere con una malattia che non lascia scampo».
Due anni fa il governo ha deciso di introdurre provvedimenti severi contro la lotta agli sprechi e ai falsi invalidi. Una circolare del Ministero del Lavoro ha così stabilito che a tutti gli invalidi, tranne pochi eccezioni, devono essere verificate annualmente le condizioni di gravità della malattia per la quale si percepisce l’assegno di invalidità. E per chi si trova nelle condizioni di Fabio Bertacchini non sono paradossalmente previste eccezioni.
«Sono norme assurde – ha dichiarato Valentino Cidda, presidente dell’U nione Nazionale Mutilati e Invalidi per Servizio, alla Gazzetta di Modena. Di casi del genere ne trattiamo ogni giorno. Sono follie amministrative, perdita di quattrini per i contribuenti che devono pagare visite inutili. Altro che risparmi: pensi che nei giorni scorsi un nostro assistito, che è paraplegico, si è sentito chiedere una conferma delle sue condizioni d’invalidità. Credo che se chi scrive le norme provasse a vedere la situazione da una sedie a rotelle forse eviterebbe di costringere i malati irreversibili a queste umiliazioni».
