Giorgia Ricci, la moglie di Gennaro Mokbel, l’uomo chiave del maxi riciclaggio al centro dell’inchiesta in cui sono coinvolti anche i vertici di Fastweb e Telecom Italia Sparkle, detenuta nel carcere di Sollicciano ha deciso da ieri 23 marzo lo sciopero della fame. La donna, 40 anni, malata dal ’97 di sclerosi multipla, ha chiesto la detenzione domiciliare per continuare a curarsi, ma le è stata negata. «Chiediamo almeno – dichiara il legale della donna, l’avvocato Ambra Giovene – che sia rispettata la decisione del tribunale del riesame che ha stabilito che Giorgia Ricci sia reclusa nel reparto infermeria». «Reparto – aggiunge l’avvocato – che a Sollecciano al momento non c’è».
Sono stati numerosi gli interventi di parlamentari in favore della scarcerazione della donna «la cui condizione – spiega l’avvocato Giovene – è incompatibile con la detenzione».
«Giorgia Ricci è inserita in un protocollo farmacologico sperimentale per la cura della sclerosi multipla presso l’ospedale fiorentino di Careggi – aggiunge il legale – dove deve recarsi una volta al mese per essere sottoposta a terapia con immunosoppressori. Ciò la espone a forte rischio di infezioni, come ha rilevato la perizia ordinata dal giudice del riesame, dopo la nostra istanza di scarcerazione del 24 febbraio, che ha anche stabilito per lei la reclusione non in un reparto normale ma in infermeria».
Giorgia Ricci, che dopo un brevissimo periodo di detenzione a Roma è stata trasferita nel carcere fiorentino per consentirle di proseguire la cura all’ospedale di Careggi, è invece accolta in una cella singola ma non nell’infermeria del carcere, “al momento non disponibile”, aggiunge l’avvocato. «La sua condizione è grave – conclude – e la donna alla disperazione ha deciso di iniziare lo sciopero della fame».