Montalto di Castro: il branco di ragazzini “messo in prova”. La vittima: “Gli aggressori non si sono mai pentiti”

«Non mangio, non dor­mo e quando m’ad­dormento ho gli in­cubi»: non ha certo dimenticato l’inferno di violenza sessuale e umiliazione cui fu sottoposta 2 anni fa da un branco di 8 maschi. La ragazza di Montalto di Castro oggi vede i suoi aguzzini liberi di girare per le strade del piccolo centro. Ci saranno polemiche sui giornali, interrogazioni parlamentari, ma intanto dovrà affrontare l’umiliazione supplementare di incontrare quei ragazzi davanti alla scuola, al cinema, al corso.

Sono stati “messi in prova” dal tribunale dei minori, la verifica si farà nel 2012. A loro, questa ragazza non ancora maggiorenne, riserva poche, definitive parole: «Non credo nel loro pentimento. Non mi sono arrivate né lettere né parole di scuse, niente. Han­no anche cercato di spingere un ragazzo a dire che ero con­senziente».

È alla consigliera alle Pari op­portunità della Provincia di Vi­terbo Daniela Bizzarri, 56 anni, che la ragazza affida il suo sfogo, riportato sulle colonne del Corriere della Sera di lunedì 19 ottobre. Ha pianto per due anni di seguito e il fat­to di trovarsi in un piccolo cen­tro, certo non ha aiutato la vitti­ma a dimenticare, a superare quel trauma. Il paese ha steso un cordone sanitario, l’ha isolata nemmeno fosse un’appestata, sotto sotto le rimprovera qualcosa. E magari giudica lo stupro di massa alla stregua di una “ragazzata”.

La vicenda fece scandalo, non solo per l’efferatezza del crimine, ma anche per le polemiche che seguirono. Il sindaco diessi­no Salvatore Carai, prima stan­ziò 20 mila euro per aiutare gli aggressori nelle spese legali, poi insultò la senatrice Anna Fi­nocchiaro. L‘avvocato della ragazza Pierma­ria Sciullo non ha dubbi: «Nessuno ha mai pensato al reinserimento della vittima». Difficile spiegare a lui e soprattutto alla sua assistita le ragioni giuridiche della “messa in prova dei minorenni accusati di stupro. Se la «prova» avrà esito posi­tivo, il Tribunale dei minori po­trà dichiarare estinto il reato. Come non fosse mai successo.

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Warsamé Dini Casali