Morta dopo test, il medico: "Donne salvate da farmaco che costa 0,96 euro"

BARLETTA, 26 MAR – ''Se alle due pazienti non fosse stata somministrata questa fiala di 'Blu di Metilene' e se in questo pronto soccorso non avessimo avuto oltre a questo farmaco, che non c'e' ovunque, anche l'emogas, a quelle due donne sarebbe toccata la stessa sorte della giovane deceduta''. Tiene in mano una fiala di 'Blu di Metilene' mentre parla Cosimo Damiano Cannito, medico responsabile del pronto soccorso e del centro antiveleni dell'ospedale 'Dimiccoli' di Barletta.

Quell'antidoto costa soltanto 96 centesimi di euro. ''Il paradosso – aggiunge Cannito – e' che rischia di finire fuori commercio perche' non consente ampi margini di guadagno, ma e' molto efficace e importante, ha salvato la vita a donne che avrebbero potuto morire forse proprio a causa di chi, su queste cose vuole guadagnare''.

Cannito ripercorre i momenti legati all'arrivo in ospedale delle tre pazienti sottoposte al test al sorbitolo per intolleranza alimentari. ''La 28enne era nera in volto, era chiaro che l'avessimo persa ma comunque le abbiamo iniettato la fiala di antidoto, ma quando ho visto Anna Abbrescia non ho avuto la sensazione che le cose potessero andare meglio, ero certo che stesse per morire anche lei e anche l'altra donna, la piu' anziana''.

Grazie all'esame dell'emogas i medici hanno capito che si trattava di metemoglobinemia. ''Vuol dire – spiega Cannito – che il ferro contenuto nell'emoglobina non puo' caricare ossigeno e trasportarlo attraverso il sangue ai tessuti''. ''L'antidoto non fa altro che chelare, catturare la metemoglobina e liberare il ferro che cosi' ha potuto svolgere la sua funzione'', sostiene. E lo ha fatto in fretta almeno nel caso della 32enne, Anna Abbrescia. ''Con il 70% di metemoglobina nel sangue – prosegue il medico – c'e' il rischio di morte, quelle donne avevano il 72%: quelle donne sono state fortunate e soccorse nel modo migliore''.

In Puglia i pronto soccorso dotati di macchina per l'emogas sono presenti soltanto, oltre che a Barletta, nel policlinico di Bari e nell'ospedale di Foggia. ''Io penso – continua Cannito – che non si possa prescindere da tali strumentazioni oltre che da personale sanitario in grado di usarle e leggerle''.

Published by
Emiliano Condò