L’architetto Carlo Aymonino è morto a Roma nella notte tra sabato 3 e domenica 4 luglio dopo una lunga malattia all’età di 84 anni. Aymonino era nato a Roma nel 1926: nipote di Marcello Piacentini – uno dei massimi architetti ed urbanisti dell’Italia del Ventennio – aveva intrapreso lo studio dell’architettura imparando a disegnare scenografie per le feste familiari. Ma grande influenza nei suo anni formativi hanno avuto le opere di Mafai, Scialoja, Melli, Guttuso.
Laureatosi nel 1950 a Roma, inizia come docente alle Facolta’ di Architettura di Palermo (1967), di Venezia (dal 1963 al 1981) ed a Roma, dove diventa professore ordinario di Composizione Architettonica all’Università La Sapienza dal 1980 al 1993. Dal 1974 al 1979 è rettore dell’Istituto di Architettura di Venezia. Il Neorealismo è il punto di riferimento dei suoi primi anni di attività: di questo periodo sono i progetti per la realizzazione della palazzina Tartaruga a Roma (1951-54), con Ludovico Quaroni; per il quartiere ‘Spine Bianche’ a Matera (1954-57) e per il quartiere Tiburtino a Roma sempre con Quaroni ma anche con Mario Ridolfi.
Dalla fine degli anni cinquanta, Aymonino si concentra nel tentativo di coniugare complessità e contraddizioni della scala urbana e dettagli architettonici. Questa sua ”volonta’ ricompositiva della modernità” diventa concreta con il progetto del complesso residenziale ‘Monte Amiata’ del Gallaratese a Milano (1967-72), con la collaborazione del fratello Maurizio, di Alessandro De Rossi, Sachim Massarè e con il contributo di Aldo Rossi. Il Gallaratese rappresenta – secondo molti – il culmine della ricerca sui fondamenti della nuova scienza urbana.
Agli anni settanta risalgono i progetti per l’Universita’ di Firenze (1971), per l’Università delle Calabrie (1973), per il palazzo di Giustizia di Ferrara (1977-1984), il Campus Scolastico Superiore di Pesaro (1970-1984). Nel 1976 e nel 1985 ha partecipato alla XIII e XV Triennale di Milano ed alla Biennale di Venezia. Dal 1981 al 1985 Aymonino e’ Assessore agli Interventi sul Centro Storico del comune di Roma, con una serie di interventi che segnano un momento di svolta nel modo di utilizzare e vivere il centro storico.
Degli anni ottanta sono i progetti per l’edificio residenziale alla Giudecca a Venezia (1984), il Centro residenziale e commerciale Benelli a Pesaro (1980-83), il Complesso residenziale Tor Sapienza a Roma (1981-1982), il sistema di piazze al centro di Terni (1985) i sistemi polifunzionali a Scandicci (1989), a San Dona’ del Piave (1990), in via Ostiense a Roma (1991); tra i suoi ultimi progetti la copertura del Giardino Romano all’interno dei Musei Capitolini a Roma. Nel 1999 ha vinto la medaglia d’onore per Meriti della Scienza e della Cultura del Ministero della Pubblica Istruzione. Ha esposto le sue opere d’architettura in numerose mostre in Italia, Austria, Germania, Belgio, Brasile, Stati Uniti, Canada, Giappone, Cina