Per sei volte anestesista del papa, ma non solo. Il professor Corrado Manni, morto oggi a Roma, è stato un maestro dell’anestesiologia italiana e internazionale, anche se il suo nome è legato soprattutto alla figura di Giovanni Paolo II, che assistette e a cui praticò l’anestesia generale nel primo intervento chirurgico del 13 maggio 1981 al Policlinico “Agostino Gemelli”, dopo l’attentato a Piazza San Pietro, ed in occasione di altre cinque operazioni.
Manni è stato una sorta di pioniere nella sua disciplina, ma anche una voce autorevole nei temi di bioetica. Autore di oltre 300 pubblicazioni scientifiche, si ricordano in particolare i suoi studi su alterazioni fisiopatologiche di organi dopo morte improvvisa, assistenza meccanica del cuore e del circolo, ipotermia, iperbarismo, medicina dei disastri, nonché terapia del coma post traumatico e aspetti diagnostici e strumentali della morte cerebrale. Figura di primo piano nella storia dei trapianti in Italia, è stato una delle voci più energiche nella azione a favore dello sviluppo di una cultura della donazione di organi.
Ha svolto la parte più importante della sua carriera presso la Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica di Roma e il Policlinico Gemelli di Roma dove fondò la scuola di Specializzazione in Anestesiologia e Rianimazione che, con la sua guida, ha acquistato prestigio nazionale e internazionale, e che oggi è condotta da uno suoi allievi, il professor Rodolfo Proietti. Nato a Roma nel 1923, Manni si laurea in Medicina e Chirurgia nel 1947 e si specializza in Anestesiologia e Rianimazione nel 1952 presso l’Università degli Studi di Roma. Allievo della scuola del celebre chirurgo Pietro Valdoni, partecipò giovanissimo anche all’intervento chirurgico cui fu sottoposto Palmiro Togliatti dopo l’attentato del luglio 1948.
A lungo Consultore della Pontificia commissione per la Pastorale sanitaria, fu esperto del Consiglio Superiore della Sanità. Tra i suoi prestigiosi riconoscimenti si ricorda la medaglia d’oro al “merito della sanità pubblica” conferita dalla Presidenza della Repubblica italiana. Da sempre impegnato nel sociale, ha offerto il suo contributo come Presidente della Società Internazionale di Medicina dei disastri ed è stato tra gli animatori del Centro Europeo della Medicina delle Catastrofi (CEMEC).