ROMA – Marco Milanese, ex finanziere, poi deputato Pdl pluriinquisito e consigliere dell’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti, è stato arrestato per corruzione nell’ambito dell‘inchiesta Mose.
Il suo nome era spuntato nelle carte dell’inchiesta veneziana per presunti 500mila euro ricevuti per influire sui finanziamenti pubblici. Soldi che sarebbero parte della presunta tangente pagata dall’ex presidente del Consorzio Venezia Nuova, Giovanni Mazzacurati al generale della Finanza Emilio Spaziante, anche lui accusato di aver intascato 500mila euro (solo la prima tranche dei 2,5 milioni teoricamente promessi) per pilotare le verifiche fiscali sul Mose.
Il Gip Alberto Scaramuzza ne ha ordinato l’arresto su richiesta della Procura di Venezia. Un mese fa era scoppiato il caso Mose che, tra carcere e domiciliari, aveva portato all’arresto di 35 persone per vari reati legati alla realizzazione dell’opera a difesa di Venezia dalle acque alte eccezionali.
Il denaro – secondo gli inquirenti – sarebbe stato consegnato a Milanese, consigliere politico dell’allora ministro Tremonti, tra l’aprile e il giugno del 2010, al fine di accedere ai finanziamenti del Cipe per realizzare parte del Mose. Secondo l’accusa, il Consorzio Venezia Nuova avrebbe pagato Milanese attraverso Roberto Meneguzzo, patron della vicentina Palladio finanziaria. La dazione sarebbe avvenuta a Milano e per questo gli atti relativi a Meneguzzo sono stati trasferiti dal Tribunale del Riesame di Venezia in Lombardia per competenza territoriale.
Milanese, già sfuggito nel 2011 alla richiesta di arresto esaminata alla Camera (vinsero i no per appena sei voti) è accusato di corruzione anche a Napoli.