TORINO – “Chiudi il negozio o ti spacco la faccia“. Queste le minacce che i manifestanti del Movimento dei Forconi hanno rivolto ai negozianti di Torino che non hanno aderito alla protesta. Centinaia i negozi costretti a chiudere e a spegnere le luci, impauriti dai veri e propri “raid” dei manifestanti violenti. E i negozianti minacciati accusano le autorità: “Non ci hanno tutelato”.
Fabrizio Assandri e Paolo Coccorese su La Stampa raccolgono la rabbia dei negozianti minacciati e la loro frustrazione:
“«La vede questa serranda abbassata? Segna una chiusura. Ma non di un negozio, dello stato di diritto»”.
Accerchiato fuori dal suo negozio, costretto così a chiudere, racconta a La Stampail titolare di una enoteca:
“«Non è per paura, è per dignità perché tanto stasera riapro, non mi faccio dare la linea da questi violenti da curva Sud con cui non puoi fare uno straccio di ragionamento. Erano in dieci, sono entrati fra i tavoli e mi hanno accerchiato: io pago le tasse porca miseria, ho dei dipendenti, ma non hanno capito che sbagliano obiettivo?»”.
Una ragazza che lavora al McDonald’s di piazza Statuto, a Torino, racconta:
“«Prima abbiamo sentito i pugni sulle vetrine, poi sono entrati con i passamontagna abbassati urlandoci che dovevamo chiudere: ci hanno terrorizzati, abbiamo subito spento le friggitrici e abbassato le serrande»”.
Il titolare di un caffè racconta:
“«Chi aveva le serrande su non si salvava, ma la maggior parte delle insegne si era spenta in modo preventivo – racconta il titolare di un caffè – perché mancano quindici giorni a Natale e alla crisi non vogliamo aggiungere i soldi di una nuova vetrina»”.
Alcuni si sono pure rivolti all’avvocato Tom Servetto, che ha lo studio nelle vicinanze: «Le autorità si stanno dimostrando incapaci di tutelare i cittadini».
Raffaella goria, che gestisce un negozio, scrive sulla serranda abbassata “Chiuso sotto minaccia” e racconta:
“Al mattino era uscita dal locale per le urla: «Attenti, arrivano con le spranghe». Non ha creduto alle voci. Ha voluto lasciare aperto. «È arrivato un gruppo di una trentina di uomini. Mi hanno ordinato di chiudere, “altrimenti sono cavoli tuoi”. Sono passati di negozio in negozio. Li denuncio»”.
E le minacce ai commercianti non bastano, arrivano anche ai clienti:
“Poi in un attimo si va al Bennet dove un cliente spinge per entrare e uno dei forconi gli dà uno schiaffo. Lui entra, fa la spesa, esce e restituisce il ceffone. Poi con le borse in mano se la dà a gambe. Uno dopo l’altro gli ipermercati capitolano, ora tocca al Gigante”.