ROMA – Ancora un flop per il movimento dei Forconi. Dopo la manifestazione del 18 dicembre a Roma, dove a piazza del Popolo si contarono non più di tremila persone, oggi i sit-in davanti alle prefetture di tutta Italia hanno raccolto poche, pochissime adesioni, lasciando le piazze semideserte, come avvenuto a Roma, Genova e Torino.
A Latina, città natale del leader degli “scissionisti”, nonché portavoce del coordinamento 9 dicembre, Danilo Calvani, si sono ritrovate un centinaio di persone con un improvvisato falò delle cartelle esattoriali di Equitalia. Ma Calvani non vuole sentir parlare di “obiettivo fallito”, come sostenuto dal suo ex “collega”, il siciliano Mariano Ferro ed annuncia per il 18 gennaio un “cammino per la libertà ”, in concomitanza con nuove manifestazioni, questa volta davanti alle sedi delle Regioni. Dando uno sguardo alle piazze, però, appare chiara una decisa flessione delle adesioni, complice forse anche la frammentazione del movimento, con Ferro e Chiavegato da un lato, e Calvani dall’altro. E bisogna tener conto anche della “terza ala”, quella guidata da Luigi Tenderini, No-Tav della prima ora. “Loro hanno deciso di diventare un partito politico e questo non era pianificato nel coordinamento – l’attacco di Calvani a Ferro e Chiavegato -, ma dubito che la gente li segua su questa strada”.
“Calvani – è la replica – è un uomo solo che ha deciso di lasciare il coordinamento, che esiste ancora oggi”. “Non credo che riusciranno a raggiungere il loro obiettivo di far cadere il governo – continua -. Fino a quando non riusciremo a portare in piazza un milione di persone, non faremo traballare proprio nessuno”. La differenza tra i due leader si traduce in una netta divergenza di atteggiamento nei confronti del governo.
La frangia più estrema, che fa capo a Calvani, chiede “dimissioni immediate”, mentre l’ala più moderata di Ferro e Chiavegato è disposta ad aprire un tavolo, anche se è pronta anche ad “azioni forti” se non ci saranno risposte. “Giovedì incontreremo il presidente dell’Anci, Piero Fassino – spiega Ferro -. Chiediamo ai comuni di varare delle misure per venire incontro alle persone e alle imprese che non possono pagare i tributi”. “L’atteggiamento del governo – conclude – ci vuole spingere ad attuare nuove azioni al di fuori della legge, noi vogliamo risposte dopo le manifestazioni del 9 dicembre”. .