Multe, autovelox trappola dei Comuni (Ansa)
Multe, autovelox trappola: strade bancomat dei Comuni. Adesso è chiaro perché i Comuni non inviavano, come prescritto, i rendiconti dei proventi delle multe stradali.
Il sospetto – confermato dai dati finalmente pubblicato come da obbligo di legge sul sito web del ministero delle Infrastrutture – era che troppo spesso le strade vengono utilizzate come bancomat per fare cassa, cioè per rimpinguare le casse comunali.
Una prova? In troppi casi riferiti ai rendiconti del 2021 (il Sole 24 Ore cita quelli al sud di Roseto Capo Spulico in provincia di Cosenza e Melpignano in provincia di Lecce) l’unica voce registrata è quella delle multe per eccesso di velocità.
Cioè in tutto l’anno gli incassi provengono unicamente dalle infrazioni rilevate dagli autovelox. Non una multa – per dire – per mancato uso della cintura di sicurezza, per una precedenza non data, perché il conducente alla guida parlava al telefonino…
La conferma che l’autovelox è utilizzato come trappola per turisti e visitatori occasionali. Ed è forse solo un caso che i giudici di pace annullano praticamente in default tutte le multe in cui non c’è di mezzo un autovelox?
In alcuni Comuni spesso non c’è nemmeno un vigile: tutti gli investimenti in materia di sicurezza stradale finiscono nell’acquisto di rilevatori di velocità. Anche media.
Come nei casi citati di Roseto e Melpignano. “Guarda caso, il loro territorio è attraversato rispettivamente dalle statali 106 Jonica e 16 Adriatica, con tratti moderni a doppia carreggiata e poco trafficati, dove tenere i 90 all’ora non è facile. E negli ultimi anni sono spuntati rilevatori di velocità (anche media, a Roseto) poco visibili”.