Napoli, mattoni e camorra: sequestrati a Giugliano 98 appartamenti abusivi e un albergo

Uno dei complessi edilizi abusivi sequestrati a Giugliano

Intreccio tra politica, camorra ed edilizia scoperto dalla Guardia di Finanza nel napoletano. Le Fiamme Gialle hanno sequestrato 98 appartamenti e un albergo realizzate a a Giugliano, in località Varcaturo.

Nonostante le concessioni edilizie rilasciate dal Comune di Giugliano, il complesso edilizio non poteva essere realizzato in quanto in contrasto con i vigenti strumenti urbanistici.

Per regolarizzare la situazione, l’amministrazione comunale ha poi rilasciato concessioni di sanatoria illecite fondate su 105 atti di condono «del tutto falsi», come spiegano i pm della Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Secondo i magistrati infatti questi atti avevano come oggetto «lavori non ancora eseguiti alla data dell’apparente inoltro della richiesta».

I reati contestati sono quindi lottizzazione abusiva, falso in atto pubblico e truffa edilizia aggravata dalla finalità dell’agevolazione camorristica del clan Mallardo e del clan Nuvoletta, due tra le cosche più potenti del territorio partenopeo.

In tutto sono 38 le persone indagate: tra di loro spicca la presenza di due sindaci pro tempore del Comune di Giugliano, Pasquale Basile, primo cittadino nel ’90 e Giacomo Gerlini, che assunse la carica nel ’93. Indagato anche il sindaco uscente Francesco Taglialatela che, all’epoca dei fatti, era assessore all’Urbanistica del Comune di Giugliano e componente della Commissione edilizia.

Anche l’attuale direttore generale dell’ospedale Cardarelli di Napoli, Rocco Granata, risulta indagato perché nel 1993 faceva parte della Commissione edilizia del Comune.

Nell’indagine è stato coinvolto anche un magistrato: si tratta di Giuliano Perpetua, presidente della cooperativa Solemar, che nel ’90 aveva acquistato il terreno sul quale ora sorge il complesso immobiliare abusivo. L’uomo ha lasciato l’incarico di presidente della società quando ha saputo dell’esistenza di un’indagine.

Sono indagati infine 27 funzionari pubblici, un ufficiale sanitario e numerosi imprenditori e costruttori.

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Alberto Francavilla